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Siena, il sindaco Nicoletta Fabio gela le femministe: "Chiamatemi così"

Brunella Bolloli
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Il cappottino confezionato dal centrodestra agli avversari alle Amministrative dovrebbe chiudere ogni discorso su come si sono espressi gli elettori e quali scelte hanno compiuto: più a favore della concretezza che di battaglie ideologiche e sesso degli angeli. Basterebbe, quindi, ricordare che i candidati espressione della maggioranza di governo hanno vinto praticamente in tutte le città, lasciando al centrosinistra soltanto Vicenza dove, peraltro, il neosindaco Giacomo Possamai ha supplicato la segretaria Elly Schlein di non farsi vedere. Ma vale la pena soffermarsi anche sulla vicenda cui tante femministe grillopiddine tengono più di ogni altra cosa: la famigerata a al posto della o nei documenti pubblici, nei discorsi e in eventi ufficiali, dimostrazione, secondo loro, di riconoscimento del ruolo della donna e delle sue capacità.

 

 

 

Non la pensa così, invece, Nicoletta Fabio, 62enne giornalista e professoressa di italiano e latino alle superiori, appena eletta alla guida della città di Siena con il 52,2% contro la sfidante del centrosinistra Anna Ferretti (47,8%). Una battaglia tutta al femminile nella città del Palio, che per la prima volta sceglie come primo cittadino una donna, la quale avrà pure un cognome che è un nome proprio maschile, ma ci tiene subito a mettere le cose in chiaro: «Chiamatemi sindaco». Con la o. E non per una questione di genere, bensì istituzionale, come in fondo è sempre stato prima che Virginia Raggi, Chiara Appendino e altre esponenti giallorosse con Laura Boldrini in testa, pretendessero di mutare in sindaca, assessora, avvocata il linguaggio politico in nome di una presunta rivendicazione dell’autorevolezza femminile che, però, non è detto si conquisti in questo modo. È sufficiente, infatti, citare una come Giorgia Meloni, di cui tutto si può dire tranne che non incarni il vero pink power: presidente del Consiglio e leader riconosciuta di un partito senza che mai si sia arrovellata se fosse più utile farsi chiamare il premier, la premier, il/la presidente o la presidentessa, il capo del governo o la capa del governo (o forse la capessa?).

 

 

 

Insomma, il sindaco Fabio punta a far ripatire Siena cominciando dalla cultura «che deve essere riportata al centro», spiega a Libero, aggiungendo che il suo impegno sarà soprattutto «a favore dei giovani» e per far riaprire la città al mondo anche con una discontinuità rispetto all’amministrazione uscente. Il neo-sindaco, la cui corsa è stata sostenuta da Fdi, Forza Italia, Lega e Movimento civico senese, è nota anche per essere stata per nove anni Priore (non priora) della contrada sovrana dell’Istrice, una delle più forti della città del Monte, presidente del Consorzio per la tutela del Palio e nel 2016 è stata eletta all’unanimità Rettore del Magistrato delle Contrade in sostituzione di un uomo. Tanto per dire di come le donne possono (finalmente) conquistare posti di prestigio anche senza avere condotto una battaglia lessicale.

 

 

 

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