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Salvini, parole dure sul mostro di Annecy: "No alla pena di morte, ma..."

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L'attacco vile contro un gruppo di bimbi ad Annecy, in Francia, ha riacceso l'allarme sul terrorismo che all'improvviso può colpire in ogni luogo. Come è noto un uomo, un siriano, ha cercato di ammazzare almeno 4 bambini che stavano giocando in un parco. Solo il rapido intervento delle forze dell'ordine francesi e il gesto eroico di un anziano (rimasto anche lui ferito) ha evitato il peggio. Ma su quanto accaduto in Francia è intervenuto anche il ministro alle Infrastrutture e vicepremier, Matteo Salvini che su twitter ha scritto queste parole: "Che tragedia. Una preghiera per la vita di questi piccoli innocenti. Per il vile, mostruoso aggressore non ci sono parole sufficienti.

Sono e rimango contrario alla pena di morte, ma di fronte a certa disumana violenza contro bimbi indifesi da papà non so quale pena possa essere abbastanza dura per chi si macchia di un crimine così mostruoso". Parole chiare quelle del ministro che descrivono quanto accaduto in Francia. Anche l'azzurra Licia Ronzulli, presidente dei senatori di FI, ha commentato il grave attacco in Francia: "La violenza diventa ancora più brutale quando ad esserne vittima sono dei bambini. Quanto accaduto nel parco del Pâquier, di fronte al lago di Annecy, lascia tutti noi atterriti, ancora di più perché simili aggressioni da parte di singoli aggressori, purtroppo, non sempre sono prevedibili. Non vuol dire, per questo, abbassare la guardia o avere un atteggiamento di rassegnazione contro questi episodi - aggiunge -. A nome mio e del gruppo dei senatori di Forza Italia, esprimo vicinanza alla comunità di Annecy, alle vittime di questa insensata violenza, nella speranza sincera di una pronta guarigione, e ai loro familiari". "Mi unisco al dolore dei familiari delle vittime del brutale attacco ad Annecy. Prego per la loro salute. Esprimo solidarietà alla Francia a nome del Governo italiano. Ci vuole la massima fermezza di fronte a tanta violenza", ha affermato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. 
 

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