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Ignazio La Russa: "La dichiarazione in difesa di mio figlio? Non la rifarei"

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Parole che pesano, quelle di Ignazio La Russa: "Quella dichiarazione in difesa di mio figlio? Non la rifarei". Così il presidente del Senato alla Cerimonia del Ventaglio, occasione in cui è tornato sulla vicenda che sta coinvolgendo il figlio Leonardo Apache, accusato di violenza sessuale. La dichiarazione che La Russa non rifarebbe è quella rilasciata a caldo, quando disse di averlo "interrogato" e di essere certo dell'innocenza del figlio.

Quella dichiarazione sollevò un polverone politico, con la sinistra che, distorcendo il messaggio, sosteneva di fatto che si trattava di un'accusa contro la ragazza che aveva denunciato la vicenda, sminuita e intimidita. E insomma, il fatto che ora La Russa rettifichi quelle parole toglie alle opposizioni ogni alibi. 

"Nella mia nota - ha aggiunto alla Cerimonia del Ventaglio - mi riferivo alla scelta del difensore, la ragazza non c'entrava nulla. Non rifarei quella dichiarazioni perché non sono stato bravo a far capire che non volevo attaccare la ragazza. Non ho mai inteso attaccare la ragazza. Se si fosse letto con attenzione quello che ho scritto, il mio riferimento non era alla ragazza ma alla scelta del suo difensore di aspettare 40 giorni per presentare la denuncia, cosa che ha reso impossibile l’esame dei video. Ho anche parlato con Giorgia (Meloni, ndr). Ma credo che se Elly Schlein avesse letto con attenzione quello che ho scritto, avrebbe capito che il mio riferimento era sulla scelta del difensore, e non della ragazza. Capisco che forse non l’ho detto in maniera chiara", ha rimarcato La Russa. Giorgia Meloni, qualche giorno dopo le dichiarazioni del presidente del Senato, disse che, pur capendo il dolore di un padre, non sarebbe intervenuta a quel modo.

Nel corso della Cerimonia del Ventaglio, La Russa si è speso poi in una battuta sulla mozione di sfiducia contro Daniela Santanchè respinta pochi minuti prima. "Non posso che richiamarmi a un dato fattuale: al voto del Senato. C'è stato un responso democratico. Un segnale di libertà, democrazia e di civiltà", ha rimarcato. "Non ricordo mozioni di sfiducia per fatti precedenti all’incarico ministeriale. Nessun parlamentare può accoppiare un dato di iter processuale al momento in cui si debba dimettere. Si tratta di valutazioni di opportunità", ha concluso Ignazio La Russa.

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