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Immigrazione, il Pd strilla ma rifiuta gli aiuti: il Viminale smonta la sinistra

Bonaccini

Claudia Osmetti
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Da una parte ci sono i sindaci del Pd (che “scoprono”, adesso, nell’estate del 2023, il nodo immigrazione) e dall’altra c’è il Viminale di Matteo Piantedosi (che prova a fare chiarezza e restituisce al mittente, ossia alla sinistra, le accuse degli ultimi giorni). Andiamo con calma. Giorgio Gori, primo cittadino dem di Bergamo: «Gli sbarchi sono fuori controllo, così si alimenta la fabbrica dei clandestini». Matteo Biffoni, fascia tricolore (per i democratici) di Prato: «Siamo sull’orlo del tracollo; con questi numeri, se ci vengono mandati ancora minori non accompagnati, non possiamo garantire che ci siano il rispetto delle condizioni stabilite per legge».
Gianluca Galimberti, sindaco di Cremona, ancora in quota Pd: «Siamo alla saturazione completa, abbiamo già superato il limite. Oltre non possiamo andare. Il governo la smetta di usare l’immigrazione come clava per motivi elettorali». Sergio Giordani, a capo del municipio di Padova, centrosinistra: «La città non vuole tendopoli, non vuole dover pagare conseguenze di modelli sbagliati». Potremmo andare avanti, ma la chiudiamo qui: l’antifona s’è capita.

 

 

 

TENDOPOLI

E la polemica pure: nelle città amministrate dal centrosinistra, che da sempre sbandierano sistemi d’accoglienza senza se e senza ma, l’accoglienza sta diventando difficile. Perché gli sbarchi sono tanti (nel 2023 se ne contano oltre 100mila), i profughi son sempre di più e la rete di assistenza basta no. Ma il punto è che un conto son le parole e un altro, poi, è la pratica. Nel senso che puntare il dito (per carità, è la politica e la politica è fatta anche di questo, di accuse e dichiarazioni: altrimenti campacavallo) è semplice, trovare concretamente soluzioni un po’ meno. E alla fine succede che per partito (democratico) preso, anche quando qualcuno le individua, queste benedette soluzioni, non sia altrettanto scontata la loro applicazione. «Lo stato di emergenza decretato dal governo» fanno sapere, di fatti, fonti qualificate del ministero dell’Interno, «anche per aiutare i territori a reggere meglio l’urto dell’accoglienza, è stato rifiutato dalle Regioni governate dalla sinistra che hanno contestato l’esistenza di una situazione critica». Oibò. Ché ce lo ricordiamo tutti, il tiremmolla di aprile, con l’esecutivo Meloni che ci metteva cinque milioni di euro per sei mesi (scopo: affrontare con mezzi e poteri straordinari una calamità, quella della crisi umanitaria, che o si affronta seriamente oppure finisce come è sempre finita, cioè nel caos) e l’opposizione che sbraitava e s’indignava e lanciali strali. Eccoci qui, un centinaio di giorni dopo, con le parti invertite e quella sinistra scandalizzata che si accorge, ora, del problema. «In quelle stesse Regioni, e in questo modo», continua il Viminale, «non si sono potute attivare le procedure accelerate e derogatorie per creare adeguate strutture d’accoglienza. Se c’è una situazione di difficoltà, perché i governatori di sinistra non hanno aderito allo stato di emergenza?».

 

 

 

PROPAGANDA

Per entrare nello specifico: «Il sindaco di Prato, Biffoni, è molto attivo sui giornali. I dati dimostrano che le Regioni come la Toscana gestiscono un numero di sbarchi e di minori non accompagnati molto più basso rispetto ad altri territori». Tra l’altro «questo sistema (quello delle strutture per i minori, ndr) è disciplinato dalla legge Zampa, che è una parlamentare del Pd la quale se ne fece, a suo tempo, promotrice. La sua legge ha affidato ai Comuni i compiti di garantire l’accoglienza dei minori non accompagnati, ridicendo enormemente le possibilità di accertare la loro reale età da parte delle autorità e determinando un incremento esponenziale dei ragazzi stranieri che si dichiarano minorenni al momento dello sbarco, al fine di usufruire delle opportunità della norma». Sottotesto, neanche troppo tra le righe tanto che dal ministero lo dicono papale: «Il Pd (con Biffoni, ndr) sta protestando contro una legge del Pd. E questo è un dato interessante perché significa che, in parlamento, si può mettere mano a una normativa che è stata concepita male». Riassumendo: «Qui si strepita sulla necessità di consentire a tutti di arrivare in Italia, ma se una nave ong viene fatta sbarcare in una Regione di sinistra scoppiano le polemiche. Evidentemente sui territori, anche a sinistra si stanno accorgendo che l’immigrazione irregolare crea molti problemi». 

 

 

 

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