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Arianna Meloni promossa da Giorgia: il filo di Fdi è nelle sue mani

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Francesco Specchia
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Le sorelle d’Italia. Certo non sono né –vivaddio- le Kardashian né le Kessler. Qualcuno, per loro, cita le sorelle Giussani, femministe oltre il femminismo, creatrici del mondo tenero e sanguinario nei fumetti di Diabolik. Qualcun altro evoca le sorelle Bronte, nell’800 prime scrittrici con pseudonimo maschile contro i pregiudizi, in seguito consegnatesi a gloria editoriale col classicone Cime tempestose. Che, tra l’altro, quella delle cime in tempesta è l’esatta condizione in cui ieri sera di trovavano alcuni vertici di via della Scrofa alla nomina di Arianna Meloni alla guida del dipartimento Adesioni e segreteria politica di Fratelli d’Italia. Sia come sia, dato il loro legame simbiotico e il loro agire in sincrono perfetto, per le sorelle Meloni l’assegnazione ufficiale a Arianna di un ruolo che già esercitava, ha stupito pochi. E quei pochi, usciti dalla falange monolitica del partito, sarebbero la corrente dei “Gabbiani” facente capo al vicepresidente della Camera Fabio Rampelli.

IL TEMA DEL CONGRESSO
«Il tema del congresso sembra sparito dall’orizzonte, non se ne parla più. Eppure servirebbe un’occasione per confrontarsi al nostro interno per avere maggiore slancio verso le elezioni europee», dice il gabbianesco deputato Fdi Massimo Milani. Il quale Milani tituba, s’indispettisce, epperò non mette assolutamente in dubbio la «leadership di Giorgia» (ci mancherebbe); ma, insomma, ‘sta cosa della sorella nominata rischia di assottigliare il “cerchio magico” attorno alla Presidente del Consiglio, cerchio già peraltro parecchio assottigliato di suo. A ciò si aggiunga anche l’assegnazione del coordinamento della comunicazione di Palazzo Chigi a Giovanbattista Fazzolari in contemporanea. Epperò, a tagliare la testa al toro della polemica, alla fine, è Giovanni Donzelli. Il responsabile organizzativo di FdI risponde che il tema “congresso” non è all’ordine del giorno, a meno che qualcuno non abbia un candidato alternativo a Giorgia. E, da lì, ogni mugugno è sopito. Riprendiamo il filo d’Arianna.

Arianna Meloni, già nel board della Fondazione Alleanza Nazionale editore del Secolo d’Italia, assurge formalmente alla vette del partito che lei stessa aveva contribuito a fondare. «Si tratta di una ufficializzazione di un ruolo che Arianna stava già svolgendo», rispiega a LaPresse Donzelli «in Fratelli d’Italia non era mai stato ufficializzato, è il ruolo che in Alleanza nazionale ricopriva Donato Lamorte. Il ruolo nuovo di Arianna è il tesseramento, importante e pesante». E prelude a una riorganizzazione stessa del partito, con nuovi incarichi e dipartimenti aggiuntivi. Arianna è considerata un soldato da volontà e timidezza inarrestabili. Di lei ci si è accorti solo per una vignetta del satirico Natangelo sul Fatto Quotidiano. Pur avendo fama di “ribelle” della famiglia, per mission personale, Arianna vive gli incarichi sotto la cresta dell’onda. La politica, aveva raccontato in una lunga e inusuale intervista rilasciata a Il Foglio nell’estate 2022, Arianna l’ha frequentata da quando era in fasce. Ma non in prima persona. «Io sono un’ansiosa: non mi piace apparire» aveva spiegato «ecco perché non mi sono mai candidata, nonostante faccia politica da quando sono ragazza».

COME TOLKIEN
Arianna, sorella di Giorgia e moglie di Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e padre delle sue due figlie, da circa un ventennio è precaria alla Regione Lazio («la più longeva dei precari», sottolinea) all’intero degli staff dei partiti. Di lei si sa –saggiamente- pochissimo. Si rivelò al grande pubblico con un post su Facebook alla vigilia del voto, giusto per sostenere la sorella e per raccontare la donna, con le sue fragilità, dietro la leader. Più che un post fu un atto d’amore in un afflato patriottico. «Se solo sapessero l’ansia che hai provato, come quella prima volta a Porta a Porta. Le notti passate in bianco a studiare. I silenzi e le angosce, spesso insieme, per capire, riflettere e guardarsi intorno» vergò Arianna «gli sfoghi, quando eri troppo stanca e sapevi che con me potevi mostrare il tuo lato vulnerabile. Non ti ho visto mai cedere alle lusinghe del potere, mai privilegiare il tuo interesse personale rispetto a quello che consideravi giusto fare per questa Nazione». Il legame invincibile tra le due è l’assicurazione sulla vita del partito. «A me l’orgoglio di essere tua sorella. Ti accompagnerò sul monte Fato a gettare quell’anello nel fuoco, come Sam con Frodo, sapendo che non è la mia storia che verrà raccontata, ma la tua, come è giusto che sia. Mi basterà sapere che sono stata utile in qualche modo in questa grande avventura che stai costruendo, perché quando avevi bisogno di riposare, di piangere, di rilassarti o di un consiglio, io c’ero». Non sono le Bronte, è Tolkien. Ma il cotè letterario è lo stesso... 

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