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Nucleare, la vera svolta verde che serve al Paese

Pietro Senaldi
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Il vicepremier Matteo Salvini ha annunciato che tra dieci anni in Italia inizierà la produzione di energia nucleare. Alleluja, meglio tardi che mai. È da quasi quarant’anni, ovvero dallo sciagurato referendum del 1987, che il nostro Paese perde il treno del progresso, vittima dell’ignoranza anti -scientifica, alimentata da forze ambientaliste che, per un pugno di voti, hanno contribuito a inquinare di più e a rallentare lo sviluppo economico.

La questione verde sarà uno dei temi decisivi della prossima campagna elettorale per le Europee del 2024. Il leader leghista ha messo le mani avanti tracciando una chiara linea di distinzione. Da una parte ci saranno Schlein, Conte, Fratoianni e tutti coloro che sfrutteranno le comprensibili preoccupazioni dell’elettorato per il surriscaldamento climatico spacciando ricette regressive. Un fronte politico che strizza l’occhio a chi imbrattai monumenti o blocca il traffico sdraiandosi sulle strade e propone soluzioni che oscillano tra un ritorno alla civiltà agreste e una modernizzazione costosissima che non possiamo permetterci. Dall’altra parte ci sarà il centrodestra, che tenterà la via della razionalità e del pragmatismo. La scelta nucleare, riproposta ieri con forza da Salvini, va in questa direzione.

 

Se ben spiegata, potrà rivelarsi uno dei cavalli di battaglia vincenti della campagna elettorale. Piatto piange. Le preoccupazioni principali degli italiani sono di natura economica. Se l’alternativa è tra comprare tutti l’auto elettrica, raddoppiando la durata dei viaggi lunghi, o produrre energia pulita e sicura, riducendo la nostra dipendenza dalle altre nazioni e conseguentemente diminuendo l’importo delle bollette, è facile prevedere che la seconda opzione sarà quella preferita nell’urna. La concentrazione dello scontro su argomenti concreti, vicini al portafogli, è quello che i cittadini chiedono alla politica. Il Ponte sullo Stretto, i cantieri, l’energia nucleare, il tentativo di ridurre le tasse, sono tutte iniziative che puntano al rilancio del Paese e guardano al presente con fiducia e al futuro con ottimismo. 

 

Se le aziende spenderanno meno per produrre, esporteremo di più e i prezzi smetteranno di schizzare. Questa è la via che deve seguire la maggioranza, anziché farsi impaludare dall’opposizione su tematiche ideologiche, dove si rischia sempre di mettere il piede in fallo. Tanto sui temi etici il centrodestra è già ampiamente sintonizzato sul sentimento della maggioranza dei cittadini. Sono argomenti sui quali conviene lasciar parlare l’opposizione e abbozzare con il buon senso. Più i leader dem e grillini esternano e i loro giornali di riferimento li riprendono, più l’elettorato si stacca da loro.

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