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Vladimir Putin, l'ultimo orrore: "Zelensky, l'ebreo copre lo sterminio"

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Agli orrori della guerra in Ucraina, si aggiungono gli orrori verbali degli invasori. In primis quelli di Vladimir Putin, lo zar, il sanguinario, il presidente della Russia che dal febbraio del 2022 sta bombardando senza soluzione di continuità Kiev.

Il nemico numero uno di Putin è ovviamente Volodyrmyr Zelensky, il premier ucraino contro il quale rivolge parole terrificanti. "È disgustoso che il presidente Zelensky, di origine ebraica, si presti a coprire la glorificazione del nazismo e coloro che hanno guidato l'Olocausto in Ucraina con lo sterminio di 1,5 milioni di persone". Queste le ultime, agghiaccianti, parole di Vladimir Putin, che propone il suo ormai consueto e abituale ribaltamento della realtà, accusando "l'ebreo Zelensky", in buona sostanza, di essere un nazista.

Quindi, in una giornata come sempre scandita da missili, bombe e morte, ecco le minacce di Maria Zakharova, la portavoce del ministero degli Esteri russo, secondo la quale Mosca "considera i piani occidentali per la produzione di armi per l’Ucraina come un’ulteriore prova del suo coinvolgimento nel conflitto con Mosca". E ancora: "Abbiamo notato gli annunci di numerosi produttori europei di armi - ha aggiunto la Zakharova -, in particolare i piani della tedesca Rheinmetall e di una filiale svedese della britannica Bae Systems di avviare la produzione di attrezzature militari per le forze armate ucraine, nonché operazioni di riparazione e manutenzione. Queste intenzioni sono un’ulteriore prova del fatto che le industrie della difesa e i politici occidentali sono direttamente coinvolti nel conflitto militare e sostengono il regime criminale di Kiev", ha affermato la portavoce.

 

 

Infine, una nota su Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, il quale ha scelto di non rispondere a una precisa domanda sulla sorte del generale russo Serghei Surovikin. La notizia viene rilanciata dall'agenzia russa Tass. L'alto ufficiale russo, infatti, secondo un recente articolo dal New York Times, sarebbe stato rilasciato dopo la morte di Evgeny Prigozhin. Quando un giornalista ha chiesto a Peskov di poter fare una domanda su Surovikin, Peskov ha risposto: "No, non puoi". Tutta la brutalità e tutta l'arroganza russa.

 

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