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Giorgia Meloni gela la Fusani a Palazzo Chigi: "Ma mi ha ascoltato?"

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Giornalisti di sinistra scatenati a Palazzo Chigi. Prima Giacomo Salvini, del Fatto quotidiano, chiede a Giorgia Meloni se sia d'accordo o meno con le parole del suo compagno Andrea Giambruno su stupri, alcol e "lupi", quindi tocca a Claudia Fusani, firma del Riformista, tentare la provocazione: "Le crede che se la donna dica no significhi no?". Domanda surreale a cui la presidente del Consiglio risponde a muso duro. 

In coda alla conferenza stampa sul Decreto Caivano, ad accendere gli animi come detto ci prova Salvini del Fatto. La Meloni inizialmente si trattiene: "Io non leggo in quelle parole 'se giri i mini gonna ti violentano' ma una cosa simile a quella che mi diceva mia madre 'occhi aperti e testa sulle spalle'. Gli stupratori esistono e non bisogna abbassare la guardia. Mia madre me lo ha sempre detto. Non è una giustificazione per stuprare la ragazze ma per dire state attente occhi aperti, questo ci vedo io".

 

 

 

Dopo la spiegazione, però, ci pensa su qualche secondo e parte al contrattacco: "Qualsiasi cosa Giambruno dica vengo chiamata in causa: ma quale è il concetto di libertà di stampa? Un giornalista non dice quello che pensa la moglie, la mia idea di libertà di stampa è questa, perciò non vorrei essere chiamata in causa e vorrei che quel giornalista non venga messo in discussione perché attaccato a me. Vi prego di non chiedermi conto di quello che dice Giambruno, non devo dirgli io cosa deve dire: io credo nella libertà di stampa". 

Dopo Salvini tocca alla Fusani, che incredibilmente ciurla nel manico: "Lei quindi crede che no significhi no?". La Meloni strabuzza gli occhi: "Ma Claudia Fusani...", allarga le braccia costernata. "E' quello che ho appena detto". Quindi la stoccata a tutta la sinistra: "So che per molti, in quanto donna, sono abituata a stare un passo indietro agli uomini. Mi vedete qua, no?"

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