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Giorgia Meloni, Mario Sechi: il vantaggio dell'anno dopo

Mario Sechi
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Questo giornale è stato fin dalla sua nascita una sfida, dopo 23 anni il suo spirito corsaro è più vivo che mai. Vittorio Feltri, un fuoriclasse, trent’anni fa mi ha dato la possibilità di fare il giornalista; Alessandro Sallusti è un eccezionale numero uno. È una successione impossibile, dunque la situazione è eccellente. L’agenda parla chiaro: Giorgia Meloni, dopo un importante Consiglio dei ministri, è volata in India dove parteciperà a un delicato vertice del G20.

Un tempo i giornali dividevano la politica interna e gli affari esteri, c’era una volta il Palazzo e poi “il resto del mondo”. Oggi sono la stessa cosa e il livello di complessità è enorme. Quello che Modi e Meloni discuteranno a Nuova Delhi è una chiave per aprire le porte dell’Indo-Pacifico, i mercati per le aziende. Siamo immersi nella competizione tra Oriente e Occidente e in ballo c’è anche il destino della guerra in Ucraina. L’Italia è una grande nazione con una forte economia trasformatrice, una dinamica rete di imprese che esportano in tutto il mondo e un gigantesco debito pubblico. Servono decisioni rapide, nervi saldi. Dopo un anno, il governo ha ancora un consenso alto (c’era chi ne profetizzava la morte in culla) e basta leggere la cronaca per concludere che l’esecutivo ha l’orizzonte della legislatura.

 

 

L’opposizione, in tutte le sue pittoresche forme, non ha carte da giocare, fa rumore, s’appoggia a un establishment distante dalle maggioranze popolari, può solo sperare nella “manina” del cataclisma esterno (che non c’è). Il centrodestra ha un’opportunità che riassumo così: programmare. La legge di Bilancio è dettata dalla congiuntura economica (i guai della Germania e non solo), dal negoziato sul Patto di stabilità, dal voto per il Parlamento europeo, dal bancomat di Stato che era stato messo in piedi dai Cinque Stelle. Che fare? Meloni un anno fa sorprese i mercati (mal informati dalla lettura del giornalismo a una dimensione, sinistra), oggi si presenta con una credibilità internazionale ottenuta sul campo. Prenderà di nuovo tutti in contropiede.

 

 

 

 

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