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Financial Times, l'esperto anti-Meloni? È un ex del Pd

Massimo Costa
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 L’attacco è di quelli che non passano inosservati. «La luna di miele della Meloni è finita» tuona il Financial Times in un articolo scritto dalla giornalista Amy Kazmin. E quando il giornale inglese simbolo della City sgancia un siluro sul governo di centrodestra, le scosse si propagano all’istante. Subito la notizia viene rilanciata dall’Internazionale della stampa progressista, con Repubblica che si lecca i baffi e spara la notizia in home page.

Altro che Italia al centro del mondo, altro che governo a testa alta in Europa, altro che politica economica responsabile in continuità con Draghi e apprezzata dagli italiani. Secondo il Financial Times, ormai le nostre imprese sono inquiete «circa la capacità del governo italiano di guidare il Paese, fortemente indebitato, in un periodo di rallentamento economico europeo». Senonché, andando al di là del titolo e inoltrandosi nell’articolo, si scopre che la predica arriva da un pulpito tutt’altro che imparziale e indipendente, come invece si propone di essere - da sempre - il foglio londinese. La giornalista infatti riporta ampie dichiarazioni di Filippo Taddei, oggi capo economista per l’Europa meridionale di Goldman Sachs e soprattutto ex responsabile economico del Pd.

 

 

Quando in sella ai dem c’era Matteo Renzi, Taddei aveva un ruolo di primissima fila. Era proprio lui che otto anni fa, nel programma tv di La7 “DiMartedì”, attaccava davanti a Giovanni Floris la giovane leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni definendola «illetterata e analfabeta economica». Adesso, passato a Goldman Sachs, Taddei spiega al Financial Times che «in Italia la gente si sta chiedendo dove va il Paese, vuole essere sicura di non avere altre sorprese politiche». Non solo. C’è anche la stilettata sui conti e sulle difficoltà della manovra di bilancio che sa tanto di minaccia: «C’è una certa tolleranza per lo slittamento fiscale quest’anno, ma l’anno prossimo sarà una partita diversa. Il governo ha ripetutamente affermato di essere impegnato a far funzionare il fondo di ripresa e i mercati considereranno la decisione sul deficit fiscale come una prova». La sensazione è quella dell’ennesimo avvertimento al governo di centrodestra “ispirato” dal mondo progressista. Con un affresco che, peraltro, dimentica il vero malato d’Europa: la Germania. 

 

 

 

 

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