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Giorgia Meloni, l'insulto di Arturo Scotto: "Premier eversivo", scoppia il caso

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Giorgia Meloni non le manda a dire. Il premier ha risposto con parole dure alle toghe che si stanno dando un gran da fare per smontare il decreto Cutro con cui il governo ha dato una stretta sul fronte immigrazione. I verdetti che sono arrivati da Catania di fatto hanno cancellato le nuove norme perché, secondo il parere dei giudici, "illegittime". E così 4 migranti in attesa di espulsione sono tornati liberi. Un precedente gravissimo che davvero può mettere a rischio la lotta all'immigrazione illegale. Le parole del premier su questo punto sono state molto chiare: "Sono rimasta basita di fronte alla sentenza del giudice di Catania.

Un pezzo di Italia aiuta gli arrivi illegali. Non è la prima volta che accade e purtroppo non sarà l'ultima. Ma continueremo a fare quello che va fatto per difendere la legalità e i confini dello Stato italiano. Senza paura". Un attacco duro contro le toghe che di fatto si sostituiscono ai legislatori e con sentenze discutibili ribaltano lo scenario della crisi migratoria. E le parole del premier hanno scatenato ancora una volta le urla della sinistra che ha messo nel mirino il post apparso sul prfilo Facebook del presidente del Consiglio. Ad aprire il fuoco con le parole è il deputato dem Arturo Scotto: "Non ho paura di dire che è profondamente eversivo un Presidente del Consiglio che attacca la magistratura e le sue sentenze.

Nelle democrazie liberali vige la divisione dei poteri. Il potere esecutivo rispetta il potere giudiziario. Ma #Meloni preferisce Nethanyahu a Montesquieu". Un paragaone che scatenerà certamente polemiche. L'attacco più pesante è tutto in quell'"eversivo" che suona come un insulto per un governo e un premier eletti democraticamente dagli italiani il 25 settembre del 2022. Dopo più di un anno la sinistra sbraita ancora e non accetta la presenza del centrodestra a palazzo Chigi. Ancora una volta i dem si attaccano alle toghe per regolare conti politici. 

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