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Licia Ronzulli: "Sul patto sui migranti è vittoria del governo italiano"

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Esulta Licia Ronzulli per l'accordo raggiunto in Europa sul regolamento delle crisi migratorie. "Prevalgono le ragioni dell’Europa sugli egoismi nazionali e sui tentativi di ostacolare l’approvazione del regolamento in materia di immigrazione, con un riferimento alle Ong che appariva a tutti gli effetti pretestuoso. Prevalgono la diplomazia e il dialogo. L'accordo concluso oggi a Bruxelles sulla riforma dell’asilo, è un chiaro ed evidente successo del governo italiano che, attraverso il lavoro incessante del premier Meloni e del ministro Tajani, ha persuaso l’Unione ad affrontare la questione dei migranti a livello comunitario, senza lasciare soli gli Stati di primo approdo", sottolinea la presidente dei senatori di Forza Italia.

 

 

Gli ambasciatori dei Paesi membri dell’Ue hanno infatti trovato una intesa regolamento sulle crisi migratorie nel Coreper. L’accordo è stato raggiunto a maggioranza qualificata. L’Italia ha votato a favore. Il regolamento sulle situazioni di crisi e di forza maggiore nel campo della migrazione e dell’asilo era l’ultimo pezzo del patto Ue sulle migrazioni che era ancora incagliato in Consiglio: ora potranno iniziare i negoziati con il Parlamento Europeo, con l’obiettivo di avere un accordo sul pacchetto prima di fine legislatura. Confermato dunque il mandato negoziale sul regolamento sulle situazioni di crisi, compresa la strumentalizzazione della migrazione, e la forza maggiore nel campo della migrazione e dell’asilo. La posizione approvata oggi 4 ottobre costituirà la base dei negoziati tra la presidenza del Consiglio e il Parlamento europeo.

 

 

Nel testo del Regolamento è sparito il riferimento alle Ong che era stato inserito la scorsa settimana e che aveva causato lo stallo nei negoziati. Una fonte ha spiegato all'agenzia Agi che a rendere possibile l’accordo è stata l’intesa raggiunta da Italia e Germania, con il passo indietro di Berlino rispetto alla riunione del Consiglio Ue Affari interni della settimana scorsa e dunque col ritorno al testo approvato a luglio dagli Stati membri, inclusa l’Italia. A differenza di luglio, non hanno sostenuto l’accordo solo la Polonia e l’Ungheria (contrarie), Repubblica Ceca, Slovacchia, Austria (astenute).

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