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Maurizio Landini, lo sciopero? Un rovinoso flop: ecco le cifre

Maurizio Landini

Michele Zaccardi
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Costretti a capitolare di fronte alla precettazione firmata dal ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, i sindacati passano al contrattacco. «Insieme alla Uil stiamo lavorando per presentare ricorso» ha annunciato ieri il leader della Cgil, Maurizio Landini. E se le sigle si devono accontentare di uno sciopero depotenziato nel settore dei trasporti dalla decisione di Salvini, al tempo stesso puntano a ottenere una sentenza favorevole sul ricorso davanti ai giudici amministrativi del Tar. «Abbiamo formalmente deciso che lo facciamo e abbiamo dato mandato ai legali per predisporlo nei tempi previsti, quindi in pochi giorni» ha spiegato Landini. In ogni caso, l’impugnazione non avrà effetti pratici sullo sciopero, che dovrà svolgersi nelle modalità stabilite dal ministro. Che, sempre ieri, ha rilanciato.

Dopo aver ricordato che la linea dura scelta è stata condivisa con tutto il governo, Salvini ha ribadito che «lo sciopero di una estrema minoranza non può ledere il diritto alla mobilità, allo studio, alla salute, al lavoro di decine di milioni di italiani». Motivo per cui il leader sindacale, insieme al segretario Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha proclamato una serie di scioperi. La mobilitazione contro la manovra del governo durerà fino al 1° dicembre vicepremier ha fatto ricorso alla precettazione. «Lo sciopero» ha detto Salvini, «è un diritto previsto dalla Costituzione, noi lo abbiamo garantito domani per quattro ore anche nei trasporti pubblici».

 

 

Stadi fatto che il leader della Lega può rivendicare il successo di aver ridotto la portata della protesta, che da qui al 1° dicembre toccherà numerosi settori e, a zone, tutta Italia. Si parte oggi, con i dipendenti privati del Centro Italia che incroceranno le braccia per otto ore o per tutta la durata del turno. A livello nazionale, lo sciopero sarà invece ridotto a 4 ore, dalle 9 alle 13, nei trasporti (esclusi i voli), dagli autobus alle metro, dai treni ai traghetti, mentre rimane di 8 ore per le altre categorie, dalla scuola alla sanità alle poste.

Nel frattempo, il livello dello scontro con i sindacati rimane alto. «Se nel governo sono coerenti allora cancellino la precettazione» ha ribadito Landini. «Se davvero non vogliono mettere mano al diritto di sciopero. Sono ancora in tempo.

 

 

Altrimenti fanno il gioco delle tre carte e raccontano balle al Paese». Il segretario della Cgil ha poi aggiunto: «Non ci impressionano, non ci mettono paura, noi rappresentiamo la maggioranza del Paese. Andiamo avanti». Dal fronte sindacale si smarca la Cisl. «Rispettiamo, anche se non condividiamo, le scelte di mobilitazione di Cgil e Uil» ha detto il segretario Luigi Sbarra. «Noi siamo in campo con la nostra iniziativa di mobilitazione, responsabile e costruttiva, tendendo aperto il confronto».

Quella di oggi sarà la prima tappa della mobilitazione proclamata da Cgil e Uil contro la manovra economica del governo. Nel complesso saranno cinque le giornate con scioperi. Dopo le regioni del Centro, il 24 novembre toccherà a quelle del Nord e il 1° dicembre a quelle del Sud. Sicilia e Sardegna si fermeranno il 20 e il 27 novembre. Questa mattina, invece, dal palco in piazza del Popolo a Roma interverranno i segretari di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri. Alla manifestazione ci sarà pure una delegazione del Pd, come ha annunciato il segretario dem, Elly Schlein. 

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