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Matteo Salvini, stoccata a Landini: "Sciopero? Guardate quanti sono"

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Matteo Salvini fa centro. Il lungo braccio di ferro con i sindacati sullo sciopero del 17 novembre ha visto il ministro dei Trasporti avere la meglio. "Mentre una parte di sindacati (di sinistra) trova utile scioperare insultando, opponendosi pregiudizialmente al governo anziché discutere le questioni nel merito - premette in un post su Instagram -, i numeri (con poche adesioni, soprattutto nel settore dei trasporti) ci dicono che, grazie al nostro intervento, milioni di italiani hanno potuto viaggiare, lavorare, prendersi cura della propria salute e di quella dei propri cari senza disagi. Il pragmatismo che gli italiani si aspettano da istituzioni serie". A corredo una foto di manifestanti con in mano uno scatto che lo ritrae capovolto in forma di caricatura. 

Il leader della Lega, nonché vicepremier, rivendica la precettazione da lui imposta. Un atto a cui Cgil e Uil hanno dovuto adeguarsi riducendo la manifestazione a quattro ore. "Sono contento - ammette - di aver tutelato il diritto di chi vuole scioperare, che infatti sta scioperando stamattina seppur con numeri estremamente ridotti, ma anche di aver tutelato il diritto al lavoro, alla mobilità, alla salute e allo studio della stragrande maggioranza degli italiani, che non potevano perdere un intero giorno e un'intera notte".

 

 

Come più volte dichiarato, "il diritto allo sciopero è sacrosanto e non si tocca, ma nei modi e nei tempi previsti dalla legge e dal buon senso. Se sta scioperando una minoranza, che ha tutto il diritto di farlo, mentre la maggioranza sta lavorando e viaggiando, vuol dire che abbiamo raggiunto il risultato che ci eravamo proposti. I sindacati hanno annunciato ricorso? Intanto lo sciopero è limitato adesso. Penso che i sindacati debbano fare il loro lavoro liberamente, ma se c'è un'autorità indipendente di garanzia degli scioperi che chiede di ridurre gli orari dei disagi dei cittadini, se i sindacati se ne fregano e insultano non è un problema di Salvini, ma per lavoratrici e lavoratori". 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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