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Anm, la poesia non salva vittime

Paolo Ferrari
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L’Associazione nazionale magistrati, il sindacato delle toghe, invece del minuto di silenzio ha voluto aprire ieri mattina i lavori del Comitato direttivo con la lettura della poesia «L’ultima» dell’attivista peruviana Cristina Torres Caceres.

 Il sonetto, con i versi «se domani non torno», è diventato virale sui social essere stato rilanciato anche dalla sorella di Giulia Cecchettin. L’iniziativa, molto mediatica, stride però con l’agire dei magistrati nei confronti di chi si rende responsabile di violenze nei confronti delle donne. L’elenco dei casi in cui le denunce sono state “sottovalutate” con conseguenze tragiche è - purtroppo - lunghissimo. Senza dimenticare decisioni quanto mai sorprendenti come quella recentemente di liberare, perché incompatibile con il carcere, Dimitri Fricano che nel giugno 2017 aveva ucciso con ben 57 coltellate la fidanzata Erika Preti, 28 anni, a San Teodoro (Sassari), durante un litigio prima di una gita in barca. Condannato a 30 annidi carcere, Fricano la scorsa settimana ha ottenuto gli arresti domiciliari perché essendo sovrappeso non poteva rimanere in cella.

L’Anm, poi, non aveva battuto ciglio quando il Consiglio superiore della magistratura aveva punito disciplinarmente una propria iscritta, la pm siciliana Alessia Sinatra. La magistrata, dopo essere stata molestata sessualmente in un corridoio di un albergo dove si trovava per un congresso dall’allora procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, aveva preferito per la vergogna, come spesso capita, non denunciare l’accaduto, limitandosi ad uno sfogo con il collega Luca Palamara. Per aver definito Creazzo un “porco” e augurandosi che non fosse promosso procuratore di Roma, il Csm l’aveva punita mostrando così una totale mancanza di sensibilità umana nei confronti del dramma vissuto. Prima di leggere le poesie, forse, sarebbe meglio guardarsi al proprio interno.

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