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Giorgia Meloni, "chiedo una risposta a Schlein e Landini"

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A Giorgia Meloni basta una sola, semplice domanda per "stanare" la sinistra che a parole lotta contro la violenza e poi tollera atti squadristi e intimidazioni della peggior specie, portando peraltro in piazza i peggiori e più retrivi slogan propagandistici. 

Sono ancora negli occhi e nelle orecchie gli orrori e gli eccessi delle piazze "femministe" di sabato, partite come una manifestazione in ricordo di Giulia Cecchettin e a difesa delle donne e finite per essere un megafono di anti-semitismo. E a quelli fa riferimento la premier, con un durissimo messaggio sulle sue pagine social. "Io non so come si pensi di combattere la violenza contro le donne rendendosi protagonisti di intollerabili atti di violenza e intimidazione come quelli avvenuti sabato a danno dell'associazione Pro Vita e Famiglia", esordisce la presidente del Consiglio e leader di Fratelli d'Italia. Che poi prosegue nel suo ragionamento, mettendo sul tavolo la vera posta in gioco con cui le opposizioni, Pd in testa, non sembrano voler fare i conti.

"Voglio interrogare tutti su una questione banale: la violenza va condannata sempre o solamente quando si rivolge a qualcuno di cui condividiamo le idee? È questa la domanda sulla quale, da parte di certa sinistra, non abbiamo mai avuto una risposta chiara".

"Spero stavolta arrivi, da Elly Schlein, da Giuseppe Conte, da Maurizio Landini e dalla Cgil ai quali tutti manifestammo la nostra solidarietà in occasione del vergognoso assalto alla sede del sindacato - ricorda ancora la Meloni -. Una sede devastata è inaccettabile sempre. Particolarmente se la si devasta nel nome delle donne violentate, picchiate o uccise". Si attendono reazioni da leader rimasti in significativo silenzio per 48 ore.

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