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Dario Nardella, la replica di Matteo Salvini: "Calma, serenità"

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Ormai è chiaro che Dario Nardella, sindaco uscente e non più candidabile di Firenze, sta usando la kermesse organizzata dalla Lega per provare a lanciare la sua campagna elettorale in chiave europee. Non può spiegarsi altrimenti l’iper attivismo del primo cittadino, che dopo aver chiamato alla rivolta i centri sociali - salvo poi pentirsene quando qualcuno gli ha fatto notare che per la sicurezza della città non è proprio il massimo - e attaccato il direttore degli Uffizi Eike Schmidt che ha invitato le delegazioni di europarlamentari a visitare il museo, ieri è riuscito ad organizzare in fretta e furia una mini manifestazione di “giovani democratici” che come atto di ribellione hanno srotolato una bandiera della Ue cingendola al basamento che sorregge la copia del David di Donatello che si trova davanti a Palazzo Vecchio. Contemporaneamente Nardella invitava i fiorentini a fare altrettanto appendendo la bandiera Ue alle finestre.

Una pagliacciata che è stata raccolta dal leader della Lega con la considerazione che merita. «Invito il sindaco Nardella a un po’ di calma, a un po’ di serenità - ha ironizzato Salvini -. È chiaro che è in campagna elettorale, cerca preferenze personali, però è il sindaco di Firenze. Io quando porto investimenti del ministero su Firenze non faccio una scelta politica, faccio una scelta d’amore per Firenze e per i fiorentini». Il vicepremier poi parla delle contro manifestazioni che «sono le benvenute, basta che siano pacifiche e rispettose. Vedere affissi per le strade di una straordinaria città come Firenze striscioni con scritto “Salvini fa schifo”, che idea di Europa diversa ti pone? Mettere la politica anche sui quadri e sulle opere d’arte degli Uffizi... raramente ho assistito a un clima così noioso». E ancora: «Non so quanti movimenti politici italiani possano far convergere in una città italiana personalità di 12 Paesi diversi per parlare di Europa. Non mi aspetto che Nardella venga a ringraziarci con un mazzo di fiori, ma neanche che passi la settimana a insultarci. Questo non è degno di un sindaco che rappresenta una città così bella e inclusiva».

L’altra grande polemica tra la Lega e Nardella è la visita delle delegazioni di europarlamentari agli Uffizi. Dopo le liste di proscrizione invocate dal Pd su chi può essere ricevuto e chino dal direttore del museo, Salvini ieri prima ha scherzato («Ci andrò fra le due e le tre di notte, così non lo vede nessuno»), poi ci è andato veramente poco prima delle 18.30 e ha incontrato Eike Schmidt in una visita privata che si è svolta davanti alla “Maestà” di Giotto e alla “Venere” di Botticelli. Schmidt dopo aver accolto le delegazioni non ha partecipato alla visita (in italiano, inglese e francese) perché impegnato in un altro evento.

E sulla querelle Uffizi è intervenuta nuovamente l’europarlamentare Susanna Ceccardi, che ha ricordato che «quando Chiara Ferragni visitò gli Uffizi e qualcuno criticò la presunta “operazione di marketing”, Nardella e il Pd dissero: “ben venga chiunque voglia portare la nostra cultura e condividere con il resto del mondo i tesori di Firenze”. Ma se una delegazioni di europarlamentari democraticamente eletti vista gli Uffizi, lo stesso Nardella grida allo scandalo e chiama in piazza i centri sociali...».

Salvini ovviamente ha parlato anche di “Free Europe”, la manifestazione di oggi: «Sarà una bellissima giornata di proposte. Offriremo agli italiani una visione di futuro, non di passato». Due ore circa di interventi per parlare «di futuro, di lavoro, di agricoltura, di giovani, di università, di arte e di cultura».

Come detto sulla giornata aleggiano i timori per possibili disordini durante il corteo dei centri sociali. E Nardella, non senza suscitare ironie, è tornato a chiedere calma: «Firenze è una città aperta e plurale dove chiunque può esprimere pacificamente la propria opinione. Anche la più lontana dai nostri valori». A evitare questa situazione sarebbe bastata un pizzico di accortezza preventiva... ma come ricorda Susanna Ceccardi: «Siamo abituati alle giravolte del sindaco...».

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