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Matteo Salvini, la lettera al centrodestra: "Niente veti"

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Niente veti ai partiti "sgraditi". Matteo Salvini scrive al Corriere della Sera e lancia un messaggio fortissimo al centrodestra con vista sulle elezioni europee. "Si può ignorare un partito che in Francia ha il 30%, si può snobbare il primo partito in Olanda, cancelliamo uno tra i più rilevanti partiti dell'Austria, tagliamo la forza che cresce di più in Germania? Davvero rimuoviamo decenni di storia politica italiana, con la Lega che ha una solida e apprezzata tradizione di governo locale e nazionale? Per quale motivo?".

Il riferimento è ai partiti di "estrema destra" tagliati fuori da Antonio Tajani, leader di Forza Italia. Salvini domanda allora se "davvero un pezzo di centrodestra europeo preferisce allearsi con i socialisti delle tasse e delle frontiere aperte in cambio di prebende e cedendo sulla linea politica?". "Anche per queste considerazioni, il centrodestra deve coltivare l'unita' in Europa come abbiamo fatto, e continueremo a fare, in Italia", rivendica il vicepremier e leader della Lega. Con una sottolineatura in più, ricorrente nel testo: "Ce lo ha insegnato Berlusconi. Io non lo dimentico".

Obiettivo, dunque, "non porre veti" a Stati e forze politiche "con pari dignità" che siano "capaci di accordarsi su alcuni temi fondamentali senza complicare la vita ai singoli governi nazionali, soprattutto se sgraditi all'orientamento della Commissione come troppe volte accaduto in passato". Salvini non manca di osservare anche che "la Lega fa del pragmatismo e dell'attenzione ai temi concreti una stella polare, che ci consente di governare a vari livelli da alcuni decenni. Lo sottolineo - specifica - perché alcuni osservatori pare se ne siano dimenticati. Come sembrano essersi dimenticati che la Lega ha sempre messo in guardia dagli eccessivi paletti di Bruxelles, un freno alla crescita delle nazioni". "Il re è nudo, e non vogliamo girarci dall'altra parte ma anzi parlarne ad alta voce e in tutta Europa. Ho letto altri pregiudizi assurdi. Rammento che la Lega ha sempre votato tutti i provvedimenti a sostegno all'Ucraina ed è da sempre al fianco di Israele. Se il nocciolo - contrattacca - è l'opinione su Putin, segnalo che in Europa il cosiddetto lobbista dello zar è l'ex Cancelliere socialista tedesco Gerhard Schroder". 

Il leader della Lega cita il fondatore del centrodestra in apertura e in chiusura del suo intervento sul Corriere della Sera, e la citazione iniziale è proprio dedicata a quello che rappresenta l'istante iniziale di quella che sarebbe diventata la coalizione. Parla, infatti, Salvini, quando dice che "a Firenze si sono ritrovate forze che propongono un'Europa diversa da quella plasmata, male, dai socialisti" e dell'intenzione di "proporre un modello diverso", dell'"insegnamento di Silvio Berlusconi che - sottolinea - sdoganò il Movimento sociale italiano per bloccare il Pci-Pds, ora Pd".

"Includere. Non porre veti", è il messaggio che arriva dal vicepremier della Lega che si dice "convinto che l'integrazione europea non sia stata immaginata per moltiplicare la burocrazia e aprire alla carne sintetica, per cancellare frettolosamente i motori tradizionali e con essi milioni di aziende e posti di lavoro come sta sperimentando Volkswagen, per ideare nuove tasse sulle case, per rassegnarci a una immigrazione senza controllo". "L'Europa - conclude Salvini - è un continente che affronta molti problemi oggi, sia interni che esterni, che vanno affrontati con concretezza e senza ideologia". 

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