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Prima alla Scala, Piccolotti: "Do un consiglio a La Russa"

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Altro che Liliana Segre, Ignazio La Russa, Beppe Sala e il palco reale. La sinistrissima Elisabetta Piccolotti si tuffa a pesce nelle polemiche sulla prima alla Scala e rilancia: pensate alle maschere del Piermarini. 

Impossibile, per la deputata di Alleanza Verdi e Sinistra nonché moglie del leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, non andare a braccetto con le istanze della Cgil, che ha dichiarato guerra al governo anche in occasione del debutto della stagione operistica con il Don Carlo (Cgil e Anpi hanno annunciato la loro assenza al saluto alle istituzioni, vale a dire il presidente del Senato La Russa, perché in odore di "fascismo", ovviamente). 

 

 

 

"Nelle prime pagine dei giornali di oggi c'è l'appassionante polemica su chi siederà accanto a chi nel Palco Reale della Scala di Milano, questa sera, per assistere alla Prima - recita il post sui social dell'onorevole Piccolotti -. Quando avranno scelto la loro poltrona, consiglierei al Presidente La Russa e al Sindaco Sala di rivolgere le loro attenzioni alle maschere del più importante teatro lirico del mondo. Come molti lavoratori hanno denunciato, a fronte di un utile di 700mila euro, la Scala costringe i lavoratori, spesso giovani, a condizioni di lavoro inaccettabili e all'estrema precarietà con contratti a chiamata di pochi mesi. Un fatto tanto più grave vista la partecipazione pubblica al bilancio del Teatro". 

 

 

 

"I lavoratori dello spettacolo, d'altra parte, - prosegue la parlamentare rossoverde membro della commissione cultura di Montecitorio - vengono considerati come figli di un Dio minore, basti pensare al governo Meloni che ha tradito le loro speranze trasformando l'indennità di intermittenza varata nella scorsa legislatura con un misero bonus che interesserà 20mila lavoratori su 500mila. Senza le maschere - conclude la Piccolotti - non c'è Prima, senza lavoratori non c'è arte".

 

 

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