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Ettore Licheri, insulti a Giorgia Meloni: "Da underdog a cagnolino"

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A parole femministi, ma nei fatti sessisti. Accade al Movimento 5 Stelle che su Giorgia Meloni non risparmia insulti. In particolare è il senatore grillino Ettore Licheri a oltrepassare i limiti. Commentando l'intervento del premier in Aula, il pentastellato attacca: "Non una parola sul cyber-lobbista Gasparri in Parlamento. Difesa strenua dei suoi Santanchè e Delmastro nonostante il plateale imbarazzo. Perfino Vittorio Sgarbi viene lasciato dove sta, nonostante sia il suo stesso ministro a non tollerarlo (vedremo fino a quando). E mentre i figli di esponenti del suo partito e della maggioranza vengono piazzati in enti pubblici e in Cda vari, mentre cognati e sorelle occupano posti nelle istituzioni e nel suo partito, Giorgia Meloni che fa? Tace".

Fin qui ordinaria amministrazione. Se non fosse che poco dopo provoca: "Che fine ha fatto l'underdog che non ci pensava un attimo ad azzannare il ministro di turno quasi sempre in maniera strumentale e propagandistica? Si è trasformata in un cagnolino docile al servizio di una politica che sembra non avere altro cruccio se non difendere se stessa". Licheri arriva a parlare di "una questione morale enorme davanti alla quale Meloni non può più mettere la testa sotto la sabbia: sosteneva di voler difendere la famiglia tradizionale ma nei fatti ha garantito i suoi amici di partito e di maggioranza, i parenti e il suo cerchio magico". 

Insomma, facendo riferimento alle inchieste giudiziarie che stanno riguardando la ministra Santanchè, e i sottosegretari Delmastro e Sgarbi, Licheri utilizza il classico paragone animalesco per offendere gratuitamente. E se il destinatario fosse stato una donna di sinistra?

 

 

 

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