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Chiara Ferragni, Michele Serra deraglia: "Meloni rassegnati, ti pagano!"

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La premier tuona dal palco di Atreju e Michele Serra si arrabbia. Di più, si indigna, secondo la tradizione della stampa di sinistra più amata dai salottini politici romani e non solo. 

Su Repubblica, l'editorialista ospite quasi fisso di Fabio Fazio a Che tempo che fa (sponda Rai e pure oggi, sponda Nove) torna sull'affondo di Giorgia Meloni contro Chiara Ferragni (mai nominata, per la verità, ma il destinatario era abbastanza chiaro) e Roberto Saviano. "Se si facesse una ricerca dal titolo 'attacchi personali di uomini di governo a privati cittadini in discorsi pubblici', dubito che ne troveremmo tracce significative prima degli ultimi anni". La tendenza, sottolinea Serra, è recente, ed è "largamente influenzata dalla confusa caciara social, ha avuto il suo picco con la Bestia di Salvini (ovviamente, ndr) e trova conferma negli attacchi di Giorgia Meloni a una influencer, Ferragni, e a uno scrittore, Saviano, nel corso di un comizio". I toni sono veementi, segno che forse non sbaglia chi indica la moglie di Fedez come vera e propria leader occulta del centrosinistra (e per questo intoccabile). Su Saviano, invece, la porta è stata sfondata da tempo immemore.

 

 

 

"La sproporzione tra il suo ruolo e quello dei suoi bersagli rende molto sgradevole la sua aggressività - prosegue Serra nella sua intemerata contro il presidente del Consiglio -. Meloni, le piaccia o no, è la persona più potente d’Italia". E su questo punto, anche alla luce dell'impressionante volume di interessi politici, mediatici ed economici rappresentato dalla Ferragni, ci sarebbe forse da discutere. In ogni caso, "non parla da un crocicchio o da un bar, come le piace far credere per demagogia e per accreditare la retorica populista dell’underdog. Parla dalla poltrona più importante del Paese, investita di un potere che le suggerirebbe, almeno per eleganza, di non accanirsi con chi, come unico potere, ha il proprio lavoro".

 

 

 

Quindi il grande finale: "Poiché è dall’alto che cala i suoi giudizi, la premier si rassegni, infine, ad assumere un profilo alto. Se non lo stile, rarissima virtù, almeno la convenienza suggerirebbe a una persona così potente di mantenersi al di fuori, o al di sopra, di certe beghe. Non sarebbe immaginabile un Draghi che polemizzi con una influencer: non perché non si inc***zi (anche i Draghi si incazzano), ma perché, se sei a Palazzo Chigi, non puoi permetterti di farlo. Di più: ti pagano per non farlo".

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