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Schlein, anche alla commemorazione di Sassoli tira in ballo il fascismo

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Fascismo, fascismo e fascismo. Per Elly Schlein è una vera e propria ossessione, tanto che neppure alla commemorazione di David Sassoli riesce a non tirare in ballo il suo peggior nemico. Intervenendo in Campidoglio, la leader del Pd esordisce così: "La nostra sfida è quella di mobilitarci per fermare l'onda nera del nazionalismo. David Sassoli non poteva immaginare quanto nera fosse questa onda. I saluti romani, le adunate fasciste, i deputati pistoleri, ci portano a dire che il fascismo non è un'opinione ma un reato".

Insomma, di fronte al ricordo dell'ex presidente del Parlamento europeo, la dem torna a parlare di quanto accaduto ad Acca Larentia. Il tutto dimenticandosi, sia del Question Time sempre da lei richiesto - in cui il ministro Matteo Piantedosi ha risposto -, sia del fatto che la manifestazione si tiene tutti gli anni, anche con Gentiloni e Draghi al governo. E così ecco che coglie la palla al balzo per gettare fango contro l'esecutivo Meloni.

Ma non finisce qui. Omettendo che per anni la tv di Stato è stata monopolio della sinistra, attacca: "Se l'informazione pubblica versa in questo stato, vuol dire che è tempo di mettere mano a una riforma che renda indipendente il servizio pubblico dalla politica". E finalmente il pensiero va a Sassoli: "S&D è una vera famiglia europea e noi Pd siamo orgogliosi di farne parte. Il Pd continua a essere la casa di David Sassoli. Quando ci ha lasciato c'è stata una vera e propria ondata di commozione che ha attraversato l'Europa, il riconoscimento delle sue qualità politiche e umane. In questo tempo di haters è una cosa che fa pensare. La sua gentilezza, il suo sorriso e il suo coraggio perché David sapeva essere intransigente nei principi". 

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