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Otto e Mezzo, Giuseppe Conte inchiodato: "Da cosa scappa il leader grillino"

Claudio Brigliadori
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Giuseppe Conte non si conta. Gioco di parole o, più seriamente, una imbarazzante verità politica? Italo Bocchino, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo, propende ovviamente per quest'ultima ipotesi. Sul tavolo c’è lo spinoso tema delle candidature alle prossime elezioni europee. 

Si vota a giugno, data che agli albori di questo 2024 sembra lontanissima, mala volata politica, come sempre, è già iniziata con largo anticipo (anche perché in ballo, in un quadro più generale, ci sono pure le amministrative). Giorgia Meloni sta valutando l’ipotesi di candidarsi come capolista, lo stesso vale per la segretaria del Pd Elly Schlein. Hanno detto no, invece, Matteo Salvini e Giuseppe Conte. 

Se per il primo vale la priorità degli incarichi di governo, da vicepremier e da ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, per il capo del Movimento 5 Stelle che ambisce anche a essere il leader delle opposizioni il rifiuto appare piuttosto spiazzante. 

 

«C’è una questione etica che riguarda tutti i leader e i partiti politici - spiega Bocchino -. Chi non si candida è perché non vuole contarsi. Ma mentre Matteo Salvini non ha interesse a farlo, Giuseppe Conte non vuole». Bizzarro, visto che una sfida diretta alle urne con la premier, ma soprattutto con la Schlein, sembrerebbe il modo più semplice per accreditarsi. 

A meno che non prevalga, come suggerisce l’ex esponente di Alleanza nazionale e Futuro e Libertà, un po' di sana fifa. «Meloni come lista otterrà il miglior risultato, almeno secondo i sondaggi, e probabilmente porterà con sé i migliori risultati come delegazione in tutta Europa», riflette Bocchino, secondo cui «ci troviamo di fronte a un successo e a una forza, rispetto all'interlocuzione...».

 

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