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Pd, una sede gratis ai violenti anti-Israele

Fabio Rubini
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Il giorno dopo le violenze antisemite dei centri sociali, Vicenza si sveglia interrogandosi sul come sia stato possibile assistere a quelle scene di guerriglia urbana. E a come nessuno in città si sia posto il problema di impedire lo svolgimento di una manifestazione che fin dal titolo, “Fuori Israele da Vicenza”, doveva far presagire situazioni complicate. Ancora una volta, però, a vincere sono stati i “bravi ragazzi” del centro sociale “Il Bocciodromo” che da un decennio abbondante fanno il bello e cattivo tempo in città, con tanto di sede pubblica regalata loro dalle amministrazioni di centrosinistra a guida Pd. «La storia inizia ai temi delle manifestazioni dei “No Dal Molin”- formata dai contrari alla costruzione di una base aerea americana nell’ex aeroporto cittadino, ndr - e con l’amministrazione guidata dal sindaco Variati che ha concesso loro lo spazio pubblico dell’ex bocciodromo», racconta a Libero l’onorevole Silvio Giovine, coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia. 

Fin da subito, come succede in molte città italiane, la situazione è apparsa fuori controllo: «Questi soggetti sfruttano uno spazio pubblico senza rispettare quelle regole basilari che tutte le altre associazioni che vogliono svolgere la propria attività a Vicenza devono osservare». Con la sola parentesi dell’amministrazione di centrodestra (2018-2023), quando «abbiamo vigliato costantemente obbligandoli a fare le cose per bene e infatti in quegli anni non ci sono stati grandi fastidi». Col ritorno della sinistra alla guida della città, però, il bengodi è ricominciato. Fino allo scempio andato in onda l’altro ieri. «Come Fratelli d’Italia abbiamo già chiesto che venga convocato un Consiglio comunale straordinario per discutere di quanto è successo sabato e di quali provvedimenti l’amministrazione abbia intenzione di prendere contro “Il Bocciodromo”». Anche perché, insiste Giovine «non solo abbiamo assistito a una manifestazione antisemita, ma anche al danno che questi soggetti hanno fatto alla reputazione della nostra città, che proprio in quei giorni durante VicenzaOro è al centro dell’attenzione mondiale».

 

A caldo il sindaco di Vicenza, Giorgio Possamai, ha condannato le violenze e spiegato che «È una contraddizione in termini chiedere la pace e il cessate il fuoco manifestando con violenza». Dal centrodestra, però, ora si aspettano che dalla condanna verbale del Bocciodromo si passi ai fatti, sfrattando il centro sociale da una sede pubblica, «che andrebbe data alle molte associazioni che svolgono regolarmente la loro attività in città», prosegue Giovine, che annuncia anche «un impegno parlamentare per mappare tutti gli spazi che le amministrazioni pubbliche hanno concesso gratuitamente e in maniera ambigua a questi centri sociali». Infine l’esponente di Fdi ringrazia «le forze dell’ordine per aver garantito che la fiera si svolgesse in sicurezza».

La polemica anche ieri è esplosa a tutti i livelli, con una costante: l’imbarazzo del Pd a condannare quanto accaduto. Tranne poche eccezioni, come quella dell’ex onorevole Emanuele Fiano («Non volere un padiglione di Israele in una fiera, è il segno che si sta andando oltre»), non si sono registrate grandi prese di posizione. Ad esempio Stefano Bonaccini prova a minimizzare parlando di «frange molto piccole della sinistra che hanno posizioni inaccettabili». Tipo “compagni che sbagliano”...

Il segretario regionale veneto di Rifondazione comunista, si spinge oltre definendo «normali» i disordini durante la manifestazione che hanno portato al ferimento di dieci agenti delle forze dell’ordine, prendendosi il rimbrotto del senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin: «Sono affermazioni gravissime per un esponente politico che a parole predica il pacifismo, ma nella pratica giustifica la violenza e l’illegalità. Sarebbe opportuno chiedesse scusa». Sulla vicenda sono tornanti anche i big del centrodestra. Il vicepremier Matteo Salvini spiega che «dei centri sociali penso il peggio possibile e uno che aggredisce un poliziotto è un deficiente a prescindere. Ha fatto bene la polizia a intervenire». 

 

Il suo omologo azzurro Antonio Tajani ribadisce che «è un atto criminale prendersela con dei commercianti israeliani che espongono i loro prodotti a una mostra: fatti del genere possono trasformarsi in manifestazioni antisemite». Infine Giovanni Donzelli, Fratelli d’Italia, spiega: «Credo che ci sia un serio pericolo di risorgere dell’antisemitismo a sinistra. Non dobbiamo abbassare la guardia. Oggi con la scusa di difendere i palestinesi si vuole negare il diritto di Israele ad esistere». Chiudiamo col capitolo indagini. La Digos sta analizzando foto e filmati e già oggi il numero dei fermati (cinque) potrebbe aumentare. Dalla Questura emerge anche un particolare che, se confermato, sarebbe ancor più inquietante, secondo il quale «gli ordigni fatti esplodere potessero contenere schegge metalliche». Eppure c’è ancora chi difende i manifestanti.

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