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Rai, il manifesto insanguinato prima dell'assalto alla sede di Napoli

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Come vi abbiamo raccontato, in queste ore si sono consumati violenti scontri all’esterno della sede Rai di Napoli, a Fuorigrotta, dove si è svolto un presidio per denunciare la presa di posizione dell’Ad Roberto Sergio sul conflitto tra Israele e Hamas a Gaza. Quando gli attivisti che hanno  partecipando alla manifestazione si sono avvicinati ai cancelli della Rai, la polizia, in tenuta antisommossa, ha più volte cercato di allontanare i facinorosi. Ci sono alcuni feriti. E fin qui i fatti. Ma bisogna fare un passo indietro per comprendere bene la gravità di quanto accaduto a Furoigrotta. Il presidio è stato annunciato di fatto dopo il caso-Ghali a Sanremo.

Le parole del rapper contro Israele e la folle accusa di genocidio hanno innescato la nota della Rai di cui ha dato lettura Mara Venier nel corso della puntata di Domenica In, speciale Sanremo. Una nota chiara in cui l'ad Roberto Sergio ha subito precisato la vicinanza del servizio pubblico allo Stato ebraico prendendo di fatto (e giustamente) le distanze da Ghali. E veniamo a oggi.

La locandina con cui gli estremisti di sinistra e ultras pro-Gaza hanno annunciato il sit in la dice lunga su quanto la situazione stia sfuggendo di mano. Infatti nella locandina postata sui social il logo della Rai è rosso ed è avvolto dal sangue. Uno schiaffo senza precedenti al servizio pubblico per innalzare il livello di scontro e soprattutto trasformare le parole di un rapper in un manifesto politico che arriva direttamente dal palco di Sanremo. Ovviante il claim che accompagna l'evento cita, manco a dirlo Ghali: "Stop al genocidio, presidio presso le sedi Rai di via Guglielmo Marconi, 9, Napoli". E a seguire il logo del servizio pubblico da cui arrivano gocce di sangue. L'ultimo delirio di chi conosce solo il linguaggio dell'odio (e della violenza). 

 

 

 

 

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