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Sgarbi, annunciate le dimissioni in Aula: cosa accade in Senato

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Vittorio Sgarbi si è dimesso. A leggere in Senato la lettera scritta da Giorgia Meloni è Licia Ronzulli, che in quel momento presiedeva l'aula. Nella missiva il premier annunciava che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, su sua stessa proposta e del ministro della Cultura, ha approvato le dimissioni del sottosegretario. Alla notizia, gli scranni delle opposizioni a Palazzo Madama hanno reagito con diversi applausi. E così dopo la presentazione, la sospensione temporanea e la consegna definitiva, le dimissioni sono diventate effettive.

Sempre in mattinata la notizia è stata annunciata alla Camera dal presidente di turno Giorgio Mulè, il quale ha letto il testo della comunicazione inviata al presidente dell'aula, Lorenzo Fontana, sempre da parte del presidente del Consiglio. Il testo della lettera? "La informo che il Presidente della Repubblica con proprio decreto in data odierna, adottato su mia proposta di concerto con il ministro della Cultura, ha accettato le dimissioni rassegnate da Vittorio Sgarbi dalla carica di sottosegretario di Stato per la Cultura". Così facendo la Camera ha cancellato la prevista discussione sulla mozione di sfiducia individuale presentata dalle opposizioni contro il critico d'arte.

 

 

Quest'ultimo si è giustificato così: "Mi sono dimesso per essere Sgarbi. Se mi dicono che non posso fare conferenze, o presentare mostre o libri visto che sono sottosegretario, io mi dimetto. La norma applicata dall'Antitrust non distingue da prestazioni pagate o gratuite. Sono stato chiamato per la mia competenza, ma se non posso fare Sgarbi mi dimetto".

 

Qui il video della reazione alle dimissioni di Sgarbi

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