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Il terzo mandato agita il centrodestra

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Vincenzo De Luca

A.V.
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C’è chi discute animatamente di “terzo mandato”, ossia gli esponenti di maggioranza, e chi, tra l’opposizione, ci si butta a capofitto. Il deputato renziano Davide Faraone, addirittura, tuona: «Il governo è alla canna del gas». Italia Viva, oggi quotata al 2-3 per cento, cerca alleanze per arrivare al 4 che le permetterebbe di entrare al parlamento europeo. La Lega, veniamo al limite dei tre mandati, spinge per abolirlo, e in tal senso in commissione Affari costituzionali del Senato ha presentato un emendamento. Il Carroccio vorrebbe consentire a Luca Zaia di ricandidarsi in Veneto: considerando il 78 per cento del 2020 equivarrebbe a riconferma sicura. Non è mistero invece che Fratelli d’Italia rivendichi la presidenza della Regione, e oggi si fa forte il nome del senatore bellunese Luca De Carlo, che in Veneto è coordinatore del partito.


Ci sono però anche situazioni delicate nel Pd, su tutte quelle del governatore campano Vincenzo De Luca – rieletto l’ultima volta col 70 per cento – di Stefano Bonaccini e del sindaco di Bari Antonio Decaro, tutti in scadenza: l’alternativa a un nuovo incarico sul territorio potrebbe essere la candidatura alle Europee del prossimo giugno, e c’è una certa tensione. Vediamo nel dettaglio la giornata, in cui la discussione sulla possibilità di modificare la norma che consente al massimo due incarichi consecutivi per governatori e sindaci dei grandi Comuni s’è fatta intensa. Il ministro per i Rapporti con il parlamento, Luca Ciriani, ha dichiarato che «Fratelli d’Italia vuole avere un peso proporzionale ai propri voti, che sia il Veneto o il Piemonte. Attualmente», ha rivendicato, «siamo il primo partito italiano e la nostra stella polare è l’alleanza del centrodestra. Siamo sempre stati rispettosi anche quando altri andavano con Pd e 5Stelle», e il riferimento è al governo gialloverde ma anche a Forza Italia, che pur in questa partita è più vicina a Fdi. Ciriani ha parlato anche di Zaia: «È stato un ottimo governatore e per lui sarebbe il quarto mandato. L’alternanza potrebbe essere possibile, nessuno è eterno, neanche lui». La norma è entrata in vigore dopo la prima elezione di Zaia. Il governatore ha risposto: «L’eternità non è di questo mondo, è vero che nessuno è eterno. Lo trovo anche simpatico, mi fa un po’ sorridere pensare che l’unico dibattito di questo Paese sia il sottoscritto, ma io ho altro da fare, non ho tempo da perdere, se l’unico problema è il mio futuro ne prendo atto... Mi sento un po’ come San Sebastiano con le frecce che arrivano». E ancora, Zaia: «Sentire parlare di terzo mandato mi fa venire l’orticaria, sembra quasi una mia difesa. Dire che si creano centri di potere è offendere i cittadini».

 

 


Il vicepresidente leghista del Senato, poi, Gian Marco Centinaio, ha aggiunto: «Se in parlamento ci sono alcune persone da decenni, e hanno avuto potere, non vedo perché un presidente di Regione o un sindaco di una grande città non possavo candidarsi anche perla terza volta e chiedere agli elettori di valutare il proprio lavoro». I cronisti, al Senato, hanno chiesto ad Alberto Balboni (Fdi) – presidente della commissione Affari costituzionali - se l’emendamento della Lega è ammissibile: «Devo approfondire con gli uffici, ma è inutile nascondersi dietro un dito. È una questione politica e mi auguro che venga risolta dai vertici». Tocca al vicesegretario leghista Andrea Crippa: «Non incitiamo nessuno stop al premierato né giochiamo ai ricatti». Giuseppe Conte prova a infilzare: «Il centrodestra litiga su tutto». Per i 5Stelle il problema non è il terzo mandato, ma essere eletti almeno una volta. 

 

 

 

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