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Ilaria Salis resta in cella? Ringrazi il Pd che la usa per fare propaganda

Francesco Storace
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Eroi di casa nostra. Se la detenzione di Ilaria Salis dovesse proseguire, la signora sa chi può ringraziare tra i tanti: l’onorevole Paolo Ciani, deputato Pd per conto di “Democrazia Solidale”, che ha avuto la bella pensata di andarla a trovare nel carcere ungherese dov’è ristretta. Perché se Orban è il più cattivo del mondo; e se la “sua” giustizia è la peggiore di tutte, la cosa più sbagliata da fare è continuare a puntare i riflettori.

Soprattutto se si chiede al governo di muoversi per mandarla almeno agli arresti domiciliari. Invece no, propaganda e solo propaganda per la solita provocazione politica. Ciani ieri si è fatto precedere dal consueto tweet a petto in fuori: «Oggi visiterò Ilaria Salis in carcere a Budapest. Sarà l’occasione per incontrarla e ascoltare dalla sua voce notizie su questo lungo anno di detenzione e portarle attenzione e solidarietà». Abbiamo letto bene? Attenzione?

 

 

 

Eppure ci pareva di aver letto ovunque di questa detenuta eccellente. In verità, più delle catene in tribunale che delle mazzate sulle piazze europee. Ma certo non si può dire che attorno al caso della Salis non ci siano i riflettori puntati. Ma il deputato del Pd probabilmente li voleva su di sé ed è quindi scattata la missione. Anche se non con tantissimi applausi.

Un commento su twitter, oggi X, da parte di un utente palesemente fuori di testa, che ha scritto questa frase: «Un’iniziativa opportuna, doverosa, necessaria. Trasmetti a Ilaria tutta la nostra solidarietà e ammirazione. È in catene per avere contromanifestato a uno dei principali raduni neonazisti d’Europa. Grazie Ilaria. Ilaria free now!». Questo fan di Ciani ha già emesso la sentenza. Poco più di una ventina gli entusiasti di Facebook, tra i quali – mannaggia - si “infiltra” uno che scrive «bastava non andare a menare la gente in giro per l’Europa».

Già, perché poi la accuse queste sono, anche se non giustificano certo le immagini della detenuta che abbiamo visto da Budapest. Quei video hanno scosso la politica italiana assieme alla pubblica opinione e per questo il governo sta lavorando per tentare di fare il possibile nei confronti dell’estremista di sinistra ora in carcere. Ma è davvero così opportuna la visita di Ciani in carcere? Se quella di Orban è una specie di dittatura – ma non lo è – così facendo non si rischia di esasperare le tensioni sul caso?

 

 

 

Pare che Ciani abbia informato la Farnesina delle sue intenzioni e certo non c’è bisogno di un permesso particolare per andare in Ungheria. Ma incuriosisce il fatto che si ignorino le difficoltà di un caso che è ormai sia politico che diplomatico-giuridico e ci vorrebbe più cautela, fidandosi magari delle competenze del nostro ministero degli Esteri. Ma a sinistra non resistono alle smanie propagandistiche e il caso Salis è l’ideale per dimostrare di essere antifascisti a mille carati e quindi battaglia sia. Il parlamentare ha richiesto il permesso di entrare nella prigione alle autorità magiare ed è andato a colloquio con la Salis. Qualsiasi frase riferirà al suo rientro in Patria, dovrà essere letta con la massima attenzione, proprio per non interferire nella vicenda giudiziaria. Altrimenti qualcuno potrebbe rispondere con un “cavoli loro” in presenza di eventuali passi falsi per un po’ di celebrità in più.

Attenzione, dunque, se davvero si vuole aiutare Ilaria Salis a prescindere dalle gravi accuse mosse nei suoi confronti. Garantismo vuole che i detenuti abbiano diritto ai colloqui – e certo ci sono stati – ma che un parlamentare italiano si muova mentre la vicenda è fonte di tensioni, può rappresentare una mossa azzardata. Del resto questa deve essere l’identica opinione della sinistra “ufficiale”, visto che non si sono registrate tutte queste reazioni di giubilo rispetto all’iniziativa di Ciani se non quella di un consigliere comunale di Roma. Un po’ pochino, diciamo, per non vederci una manovra di propaganda fallita nel suo gesto. Fate lavorare chine ha le competenze, piuttosto.

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