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Forza Italia, Paolo Berlusconi a Tajani: "Uno di noi in campo? Chissà..."

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La presenza di Paolo Berlusconi al Congresso di Forza Italia in corso a Roma - il primo dalla scomparsa del Cavaliere -  testimonia che la famiglia dell'ex leader azzurro è tutt'altro che disinteressata al partito. Ieri non c'erano né Marina, Nè Pier Silvio, né Luigi. Anche Marta Fascina ieri non ha ritirato l’accredito: è rimasta ad Arcore, rivela Lorenzo De Cicco su Repubblica, dopo che aver incassato la prima delle quattro tranche dei 100 milioni di eredità. "L’ex royal family forzista" è rappresentata in presenza dal solo Paolo Berlusconi che sceglie bene le parole per esprimersi con la stampa e con gli elettori di Forza Italia: "Era doveroso essere qui", dice. E a chi gli chiede invece se ci sarà ci sarà la discesa in campo di un erede dell’ex premier, un altro Berlusconi in politica, insomma, Paolo Berlusconi risponde enigmatico "Ce lo dirà il futuro?". 

E il futuro più prossimo è quello delle Europee: fino a giugno nessuno metterà in discussione il vice-premier Antonio Tajani che si appresta a essere eletto segretario per portare Forza Italia sopra il 10% di Forza Italia e soprattutto intenzionato a scavallare la Lega convinto che nella maggioranza di destra- centro, il centro ha ancora un suo spazio. L’obiettivo di Tajani lo ha reso esplicito durante il congresso il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto: "Qui c’è tanto entusiasmo, forse più da noi che nei luoghi dove si riunisce la Lega". 

 

 

Il congresso di Forza Italia si chiuderà stasera. L’unico candidato a segretario è Tajani. Anche i vice sono scelti: quattro posti per quattro candidati. Cioè Deborah Bergamini, vicina alla famiglia Berlusconi, il calabrese Occhiuto, il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, e proprio Benigni, per cui si è spesa Fascina. Tajani, rivela Repubblica, vorrebbe l’acclamazione in blocco, per evitare dispute. Ma Occhiuto ancora ieri insisteva per far "votare i delegati". A fine serata arriva l’ordine di scuderia: "Antonio ha detto che nun se deve vota’ ", intima il capogruppo Barelli irrompendo alla riunione riservata dei quattro aspiranti vice. Non tutti sono d’accordo ma alla fine chinano il capo.

 

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