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Capezzone, le regionali in Sardegna: "Sarebbe un'inversione di tendenza per il centrodestra"

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"Sarà un lunedì segnato dai risultati elettorali in Sardegna". Daniele Capezzone, nel suo "Occhio al caffè", rassegna politicamente scorrettissima di Libero di oggi, riflette su quello che sarà prima di conoscere i dati dello spoglio delle regionali in Sardegna che procede più che a rilento.

Al momento, il candidato governatore del centrodestra Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari, appare in netto ritardo rispetto alla sfidante del centrosinistra, Alessandra Todde sostenuta dal suo partito, il Movimento 5 Stelle, e dal Pd. "Comunque vada si tratterà della volata finale prima delle europee", spiega il direttore editoriale di Libero. Il voto sardo "ha un suo peso. Il centrodestra ha vinto le politiche e tutti i turni dalle politiche a oggi, le regionali in Friuli Venezia Giulia, le regionali in Molise, turno di amministrative in primavera con l'unica eccezione di Vicenza, le amministrative in autunno... Una sconfitta sarebbe assai significativa in negativo per il centrodestra, invertirebbe la tendenza. Sull'altro lato la sconfitta sarebbe una pietra magari non tombale, ma un inciampo notevole sulla già difficile camminata di Elly Schlein".

Al centro dei giornali di oggi ci sono ancora la Polizia e le manganellate. "Dopo l'intervento del Capo dello Stato, i giornali presentano un'Italia come l'Argentina di Videla. Ma come sottolinea Libero da ottobre a oggi ci sono stati più di 1.100 cortei, ma il dato clamoroso che campeggia solo su Libero è che da quando si è insediato il governo Meloni ci sono stati 196 agenti feriti nel corso delle manifestazioni, il doppio dei manifestanti feriti. Vi sembra una Polizia argentina o cilena? Francamente no, anche se il racconto è di tutt'altro tenore su Stampa e Repubblica".

La biforcazione al tema è tutta politica: "Pensa che succederebbe se ci fosse il premierato, si chiedono alcuni giornali. E ci sono i retroscena su Mattarella e la chiamata non solo al ministro Piantedosi, ma pure alla Meloni. Del tipo: 'Guarda che parlerò e scriverò'".

 

 

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