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Forza Italia, botto a Olbia: un segnale dal voto in Sardegna

Pietro De Leo
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È sera inoltrata, i risultati che arrivano (a fatica) dalla Sardegna certificano un testa a testa, con la candidata grillina avanti, tra Paolo Truzzu e Alessandra Todde. Comunque, pur a dati parziali, c’è una fotografia che si può già scattare: Forza Italia, sull’Isola, supera la Lega. All’ora di cena gli azzurri si collocano sul 6,7%, più di tre punti avanti rispetto al partito di via Bellerio che si piazza al 3,6%. Un differenziale che, pur cambiando le cifre, si è sostanzialmente mantenuto invariato nel corso dello spoglio. Al di là di questo, nel mondo azzurro ieri sera c’era massima cautela, con il mantra dell’attesa dei dati definitivi.

EXPLOIT AD OLBIA
Lo dice il vicecapogruppo alla Camera Francesco Cannizzaro, parlando nel format web Metropolis: «Quello che ad ora possiamo registrare è il dato positivo di Forza Italia, come ad Olbia per esempio». Nel capoluogo della Gallura, infatti, Forza Italia segna il 25%, attestandosi come primo partito nell’intero quadro politico. E, aggiunge Cannizzaro, «siamo molto soddisfatti per il risultato del nostro partito, la rivitalizzazione impressa da Tajani sta dando buoni frutti». Il Segretario Nazionale azzurro, investito dal congresso appena un giorno prima dell’appuntamento con le elezioni in Sardegna, uscendo da Palazzo Chigi dopo il consiglio dei ministri mostra massimo equilibrio, rimandando le valutazioni più complete a risultati acquisiti. 

Registrando il sorpasso degli azzurri sul partito di Salvini nell’isola, poi, i giornalisti gli chiedono conto se questo comporterà qualche cambiamento in coalizione: «Non cambia nulla», risponde Tajani, «nè nella maggioranza, né nel governo. Siamo tutti calmissimi, nessuno è nervoso, siamo serafici». E poi aggiunge: «Andiamo avanti per vincere in Abruzzo e in Basilicata». Alla domanda se in terra lucana sarà riconfermata una nuova corsa per Vito Bardi (presidente uscente ed esponente di Forza Italia), Tajani risponde: «Sono assolutamente convinto di sì». Eh già, la partita della Basilicata, infatti, è un altro punto del puzzle regionali.

Durante le settimane complicatissime di trattativa sulla Sardegna, la Lega, fronteggiando il pressing di Fratelli d’Italia per sostituire l’uscente Christian Solinas, aveva puntato proprio il dito sulla Basilicata per piazzare un proprio uomo, incontrando il muro degli azzurri. Un muro di una certa consistenza, in realtà. Perché mentre Solinas ha avuto un percorso di governo regionale piuttosto accidentato (con una vera e propria crisi politica a fine 2022 che aveva fatto ventilare un ricorso anticipato alle urne) e soffriva il gravame di indici di consenso non lusinghieri, Bardi ha avuto una navigazione tutto sommato tranquilla con riscontri positivi sul piano del gradimento.

Lo scarto alle urne in Sardegna, dunque, potrebbe irrobustire la posizione di Forza Italia. Ci sono due elementi chiave che emergono dalla tornata elettorale. Il primo riguarda il contesto. Il tira e molla tra Fratelli d’Italia e Lega per l’avvicendamento tra Solinas e Truzzu è stato durissimo, e si è protratto a lungo. In quella fase, mentre i due movimenti più indentitari della coalizione non risparmiavano colpi verbali (alcuni dei quali ad alto tasso di decibel), Forza Italia manteneva una linea del tutto equilibrata, senza alcuna esasperazione né conflittualità, che evidentemente nel vivo della partita ha pagato. 

 

L’EREDITÀ DI SILVIO
Il secondo dato riguarda una “mini serie” elettorale. Quella in Sardegna è la seconda elezione regionale dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi. La prima fu in Molise, e si tenne appena un paio di settimane dopo la morte del fondatore. Anche in quel caso, gli azzurri doppiarono la Lega. È chiaro che si tratta di dinamiche di forte impronta territoriale, ma tutto questo suggerisce come la futuribilità del movimento azzurro sia un dato politico che si va rafforzando settimana dopo settimana.

 

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