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Todde, dall'incontro con Zaki al tour in Abruzzo: ha già dimenticato la Sardegna

Brunella Bolloli
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Amici sardi abbiamo scherzato: non è vero che il vento è cambiato e finalmente tutti i problemi dell’isola verranno risolti con un colpo di bacchetta magica. La neo-governatrice Alessandra Todde, prima donna alla guida della Regione, curriculum da secchiona e piglio da leader, per ora è impegnata altrove. Affacendata in un vortice di incontri pubblici e privati in cui le priorità dei cittadini sardi passano in secondo piano e i buoni propositi da campagna elettorale lasciano spazio a discorsi sui massimi sistemi da politica estera left-oriented e photo-opportunity buone per chi oggi sfilerà con la bandiera della Palestina. Non si spiega in altro modo, infatti, l’esigenza della presidente di farsi immortalare con Patrick Zaki, guarda caso sceso in Sardegna per la prima volta nella sua vita proprio in questi giorni per presentare il suo libro.

I due, Todde e Zaki, hanno parlato per oltre un’ora di tutto, rigorosamente in inglese, dettaglio non secondario visto che l’ex studente dell’Università di Bologna aveva promesso che avrebbe imparato l’italiano. Si conferma, poi, l’interesse della grillina per l’attivista arrestato il 7 febbraio 2020 al Cairo, processato in Egitto e graziato da Al Sisi un anno dopo su pressione del governo italiano di Giorgia Meloni. Se il giovane ha potuto rimettere piede in Italia, dopo lunghi mesi di prigionia all’estero, è stato grazie alla vasta mobilitazione nel nostro Paese unita all’azione diplomatica della Farnesina e di Palazzo Chigi, ma lui “allergico” al volo di Stato e alle strette di mano con le autorità italiane ha preferito evitare quella foto con la premier.

 

 

 

Con Alessandra Todde, invece, lo scatto acchiappa like dei compagni è subito entrato nelle notizie del giorno, con alterni commenti. Non tanto per lui, che ha avuto di nuovo su di sé i riflettori; quanto per lei che magari, come esordio politico a tre giorni dalle elezioni, poteva puntare su temi più concreti e legati al territorio. La presidente ha invece voluto far conoscere a tutti il suo «benvenuto a Patrick Zaki in Sardegna. Terra di Libertà, di Diritti e di Pace». Scritto proprio così, con le maiuscole, accanto all’immagine di lei e del suo ospite davanti a un caffé.

Il colloquio ha riguardato forse le pale eoliche per risolvere l’emergenza energetica sull’isola, o la medicina territoriale o le misure di sostegno alla popolazione meno abbiente? Non ci vuole il mago Otelma per indovinare che niente di tutto ciò è stato oggetto della conversazione tra la governatrice e l’esperto di diritti umani, mentre si è parlato di Ilaria Salis, la maestra 39enne di origini sarde detenuta in Ungheria con l’accusa di lesioni aggravate nei confronti di alcuni manifestanti di estrema destra. «Dobbiamo sostenere la causa di Ilaria», ha esordito Zaki. «Ognuno di noi deve offrire il suo contributo per riportarla a casa al più presto. Ho visto le immagini terribili in tribunale. Anche in questo caso i diritti umani sono gravemente violati». Lavoro fondamentale per il futuro dell’isola.
A meno che Todde non abbia in mente di assoldare il ricercatore come consulente o assessore alla pace in una regione dove per fortuna non si ravvisano grosse emergenze umanitarie e i conflitti maggiori si verificano a Ferragosto per trovare un parcheggio vicino al mare.

 

 

 

In quanto alla giustizia e ai diritti umani, se avesse voluto fare un gesto davvero sentito dalla sua comunità, Todde avrebbe potuto fare visita a Beniamino Zuncheddu, in cella da innocente per 33 anni, o a Pietro Paolo Melis, le rimprovera Pier Franco Devias, leader del partito indipendentista Liberu. Quasi tutti i commenti su X alla foto della presidente con Zaki ironizzano su quali siano le reali priorità della candidata del campo largo, non nuova a divagazioni sul tema sardo, eppure azzeccata da Conte e Schlein, visto l’esito del voto del 25 febbraio. «Sono una donna di sinistra», ha dichiarato Todde in una delle tante interviste tv rilasciate all’indomani della vittoria, smentendo in toto la narrazione dei grillini per i quali « il Movimento Cinquestelle non è né di destra né di sinistra, ma è oltre i partiti». Alla vigilia della competizione elettorale l’ex viceministra aveva rilanciato sulla necessità di un programma «antifascista» e dopo gli scontri di Pisa ha gongolato: «Hanno vinto le matite sui manganelli», mischiando fatti nazionali al verdetto locale. E meno male che doveva essere «la presidente di tutti». Ma tant’è.

In attesa di comporre la giunta che, assicurano i suoi, sarà politica, perfettamente rispettosa della parità di genere e rispettosa delle competenze, Todde ieri ha polemizzato con il predecessore Christian Solinas, impegnato nelle ultimissime 214 delibere prima di cedere lo scettro alla nuova arrivata. «Si limiti all’ordinaria amministrazione», ha tuonato la grillina. Replica di Solinas: «Pensi a Pigliaru che nel 2019 deliberò anche dopo la sconfitta». E visto che domenica 10 marzo si vota in Abruzzo e Alessandra Todde è la donna (di sinistra) del momento, la Sardegna può attendere: la presidente sarà infatti sul palco del candidato del campo largo Luciano D’Amico per il comizio finale con i big Pd e M5S. Poi l’8 marzo parlerà di politiche al femminile.

 

 

 

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