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Barbara Balzerani, gli studenti manganellati a Pisa? Il messaggio-choc per la brigatista morta

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Non c'è solo la professoressa Donatella Di Cesare a "rimpiangere" Barbara Balzerani e i "sogni" incarnati a modo loro dalle Brigate rosse. Anche gli studenti di Pisa colpiti dalle manganellate una decina di giorni fa, gli stessi che hanno denunciato le violenze "fasciste" della polizia e del governo Meloni, hanno dedicato alla ex terrorista rossa mai pentita di aver scelto la lotta armata (scomparsa ieri a 75 anni) un accorato, commosso ultimo pensiero.  

Molto rumore ha fatto il tweet su X (poi rimosso) dalla professoressa della Sapienza e ospite fissa in molti talk televisivi: "La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna", le parole della Di Cesare condannata, oltre che dalla stessa rettrice della Sapienza Antonella Polimeni, anche da esponenti politici di (quasi) tutti i colori. 

 

 

 

Per ora, invece, è passata quasi sotto silenzio la presa di posizione dei "bimbi di Pisa", come li ha ironicamente definiti Nicola Porro. Vale a dire i giovani studenti scesi in piazza a Pisa per manifestare a favore dei palestinesi fermati a colpi di manganello dalle forze dell'ordine quando avevano deviato dalla manifestazione principale per dirigersi verso il consolato americano. I rappresentanti del collettivo Cambiare Rotta (di ultra-sinistra) sono scesi in campo con questo pensiero: "Barbara Balzerani ci ha lasciato, comunista rivoluzionaria non si è mai dissociata dalla storia sua e di chi come lei ha voluto e tentato l'assalto al cielo. Che la terra ti sia lieve". Il terrorismo, con il suo strascico di sangue e orrori, viene ridotto poeticamente un "assalto al cielo". Immaginiamo la gioia dei loro nonni o genitori che quegli anni terribili li hanno vissuti sulla loro pelle. 

 

 

 

Gli studenti di Pisa non sono i soli a commuoversi per la "Compagna Luna". Dal Centro Sociale Anomalia al Coordinamento femminista e lesbica, è una sequela di accorati messaggi ("Il dolore è troppo grande per riuscire a scrivere altro"), con tanto di dediche per l'8 marzo.

 

 

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