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Dossieraggio, più dei manganelli fanno paura certi pm

Fabrizio Cicchitto
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Caro direttore, certamente a Pisa i manganelli che sono stati calati da alcuni poliziotti sulla testa di studenti disarmati sono stati a mio avviso giustamente condannati a vari livelli, altissimi, alti e medi. Però nel mondo moderno esistono anche strumenti assai più insidiosi e invasivi dei manganelli, che si risolvono in un puro esercizio di forza bruta, i quali sono in grado di penetrare nel profondo della vita di una persona, con effetti totalmente distruttivi specie se si tratta di personaggi politici o di grandi professionisti. Allora, l’intrusione nei dati sensibili di una persona a partire dai suoi conti correnti, è quanto di più invasivo si possa realizzare. Se questa intrusione nei dati sensibili di 800 e forse più di 1000 persone è fatta non su richiesta del magistrato inquirente, competente per le indagini sul reato, ma da un singolo operatore che agisce sua sponte o su mandato di un superiore allo stato ignoto, ciò è gravissimo perché andiamo molto oltre la pura e semplice violazione del segreto istruttorio.

La gravità aumenta se questa intrusione viene selettivamente utilizzata da un giornale che poi dichiara di proteggere le sue fonti, anche se queste sono totalmente irregolari e illegali. La gravità del caso aumenta ancor di più se dagli elenchi di coloro che sono stati illecitamente investigati, e in qualche caso anche con un tentativo di sputtanamento pubblico (vedi Crosetto), emerge che c’è stata anche una selezione politica precisa: in primis sono stati investigati quasi tutti coloro che avrebbero dovuto fare parte del governo di centrodestra in formazione, in secondo luogo sono stati “analizzati “ noti battitori liberi da sempre odiati dalla “ditta” come Renzi e anche personaggi allora tutt’altro che amati dalla sinistra come Conte e sua moglie. La questione diventa infine assai imbarazzante per tutti, anche a livello istituzionale se emerge che nessun esponente di un qualche rilievo del Pd è mai stato sfiorato dalle attenzioni del tenente Striano, il quale a sua volta per molto tempo ha lavorato a questa impresa, giorno e notte, senza esser mai stato controllato e tanto meno colto con le mani nel sacco, malgrado la delicatezza del settore in cui agiva e dalle straordinarie capacità di controllo e di investigazione dei magistrati che erano i suoi superiori diretti e sovraordinati.

 



RICORDATE IL TROJAN?
In sostanza, caro direttore, a voler essere minimalisti ci troviamo di fronte a un caso di una straordinaria gravità e ad essere proprio indulgenti ad una fattispecie almeno pari per gravità a quella dei manganelli visti in televisione da Pisa. Dico tutto questo, caro direttore, perché non dimentico che quando grazie ad un uso smodato del trojan (vedi l’aureo libretto scritto da Alessandro Barbano La gogna) emerse di che lacrime e di che sangue era caratterizzata (anzi, per usare il lessico di Formica, sangue e merda) l’attività lottizzatrice delle correnti del Csm. Alla fine accadde che malgrado fosse evidente che si trattava di un sistema, quello di quel Csm, bacato alla radice, a essere colpito fu solo uno, appunto Palamara, mentre per ciò che riguarda tutti gli altri i salmi finirono in gloria e un Csm che avrebbe dovuto essere sciolto è arrivato fino al termine della sua attività. Caro direttore, mi fermo qui. E chi vuole capire, capisca.

 

 

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