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Giuseppe Conte e l'attentato a Mosca: "No all'escalation militare", l'attacco all'Europa

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Non perde occasione, Giuseppe Conte, per dimostrare la sua equidistanza tra Russia e Unione europea, che assomiglia sempre di più in una maggiore vicinanza a Mosca che a Bruxelles. Nell'esporre l'ovvio e doveroso cordoglio per le decine di vittime civili russe nel barbaro attentato al Crocus City Hall di Mosca, rivendicato nella serata di venerdì dall'Isis, il leader del Movimento 5 Stelle nonché ex premier non manca di attaccare frontalmente i vertici dell'Ue. 

"A nome del M5s, esprimiamo massima solidarietà alle famiglie delle vittime e auguriamo un pronto recupero ai feriti", spiega Conte arrivando alla assemblea regionale lombarda del Movimento in corso a Milano. Quello di Mosca "è un attentato terroristico che condanniamo fermamente". "Noi - prosegue Conte - il terrorismo lo condanniamo a tutte le latitudini e longitudini. In qualsiasi contesto, una violenza così atroce ed esibita a danno di vittime innocenti è inaccettabile".

 

 

 

Per quanto riguarda poi il contesto più generale, aggiunge il leader M5s, "siamo fortemente preoccupati; si è concluso un consiglio europeo dove i nostri leader hanno concordato di predisporre le nostra società, nella loro interezza, a una preparazione militare, oltre che civile". Del resto, osserva, "c'è molta ambiguità in questa posizione: dove ci stanno portando i nostri governanti? Io credo che i cittadini lo debbano sapere con chiarezza. Noi siamo delle democrazie, significa che da noi c'è un dibattito nei Parlamenti, un dibattito anche pubblico nei mass-media e loro ci devono chiarire dove ci vogliono portare perché qui sforzi negoziali non ne vediamo per porre fine al conflitto russo-ucraino".

 

 



Quindi l'affondo, che sembra addossare a Europa, Usa e Occidente ogni tipo di responsabilità: "Vediamo un predisporsi sempre più a queste escalation militari, che ora sembrerebbero voler coinvolgere anche direttamente noi. Abbiamo visto la posizione del presidente Macron, abbiamo visto la posizione dei leader europei che addirittura iniziano ad accarezzare una economia di guerra, ma se al progetto di difesa comune europea noi siamo favorevoli, per realizzare un'economia di scala e per rafforzare il concetto di sicurezza, se invece ci deve portare ad alimentare ancor di più il conflitto alla terza guerra mondiale, noi diciamo un secco No".

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