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Daniela Santanchè, cade l'accusa di bancarotta

Andrea Valle
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L’accusa di bancarotta per il ministro del Turismo Daniela Santanchè, riguardo all’azienda Visibilia, è stata stralciata dal procedimento principale perché - ha precisato ieri il procuratore di Milano Marcello Viola- «per nessuna delle società del gruppo Visibila è nel frattempo intervenuta dichiarazione di insolvenza». Lo stralcio prelude ad una probabile richiesta di archiviazione per questo reato. Sempre ieri, la Procura ha chiuso le indagini sulla Santanchè e su altri indagati che avrebbero nascosto al pubblico le «perdite» della società Visibilia Editore e conseguito un «ingiusto profitto».

L’atto prelude in questo caso a una richiesta di rinvio a giudizio. Daniela Santanchè, in questo filone, è indagata dalla Procura di Milano per false comunicazioni sociali delle società quotate e non. Il procuratore aggiunto Laura Pedio e i pm Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari sulla galassia Visibilia nei confronti della ministra del Turismo e di altre 16 persone e 3 società. Con Santanchè sono indagati in concorso il compagno Dimitri Kunz D’Asburgo, l’ex compagno Canio Giovanni Mazzaro, la sorella Fiorella Garnero, la nipote Silvia Garnero oltre a una serie di ex manager e sindaci delle aziende editoriali e pubblicitarie fondate dalla politica di Fratelli d’Italia. Coinvolte per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti la quotata Visibilia Editore spa, Visibilia srl in liquidazione e Visibilia Editrice srl. Secondo i pm fra il 2016 e il 2022- quando la ministra è uscita dalla compagine in cui ha ricoperto le cariche di consigliera, ad, presidente e «soggetto economico di riferimento»- sarebbe stato messo in atto un «disegno criminoso» per falsare i bilanci di quegli anni con lo scopo di indurre «in errore» soci e investitori e procurarsi «un ingiusto profitto». A cominciare dalla «prosecuzione dell’attività di impresa nascondendo al pubblico le perdite».

 

Visibilia Editore spa - capofila del gruppo e quotata all’Euronext Growth Milan di Borsa italiana - avrebbe fatto registrare "sin dal 2014" perdite milionarie e "significative". Un sintomo della "sistematica incapacità del complesso aziendale di produrre reddito" nonostante "piani industriali ottimistici" mai rispettati. La società, costituita nel novembre di quell'anno, ha accumulato perdite per nove anni consecutivi, dai 2,6 milioni del 2014 all'1,3 milioni del 2022. «Non ho niente da commentare e nulla da dire», ha replicato il ministro del Turismo Daniela Santanchè dopo la notizia. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani conferma la linea garantista: «Sono stato garantista con tutti coloro che sono stati coinvolti nelle inchieste a Bari, non ho chiesto un passo indietro per nessuno in altre parti d'Italia e non chiedo passi indietro neanche alla Santanchè. Io sono garantista, finché uno non è condannato in terzo grado per me è innocente». Le dimissioni? «È una decisione che deve prendere il ministro, una decisione personale, ma certamente non siamo noi a richiedere un passo indietro»

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