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Il Pd teme altri scherzi di Calenda e Renzi

Elisa Calessi
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Il voto in Basilicata ha acceso i riflettori sul “tesoretto” in mano ai partiti di centro, nel caso specifico Italia Viva e Azione. La prima con il 7% di Orgoglio Lucano, la lista sostenuta dai renziani, la seconda con quasi il 7,5% sono stati decisivi per far vincere a larghissima maggioranza Vito Bardi. Certo, ogni caso è a sé. Non sempre il centro fa così incetta di voti. In Basilicata, poi, ha pesato la presenza di candidati come Marcello Pittella (ex Pd, ora in Azione) che hanno un bottino personale di consensi. Il “tesoretto”, dunque, era condizionato da “tesoretti” personali. Detto questo, l’esperimento lucano potrebbe ripetersi altrove. O determinando già al primo turno la vittoria di un candidato, come nel sistema delle elezioni regionali, o condizionando il ballottaggio, come alle elezioni comunali. Ed è il caso, quest’ultimo, che potrebbe accadere a Firenze, che va al voto l’8 e il 9 giugno. La città da cui è partita l’avventura politica di Matteo Renzi è il prossimo ottovolante per Elly Schlein. Lo sanno a Firenze, lo sanno da Roma, dove il dossier è da mesi un argomento caldissimo. Inutile dire l’importanza simbolica, storica, politica del capoluogo fiorentino, rimasto, insieme a Bologna, uno degli ultimi baluardi rossi. Ma proprio qui il Pd rischia l’osso del collo.

 


GLI SCHIERAMENTI Il centrodestra unito (Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega) schiera Eike Schmidt, ex direttore degli Uffizi. Il centrosinistra, al momento, si presenta con quattro candidati. E potrebbero diventare cinque, se il M5S non fa l’accordo con il Pd. Saltate le primarie che Iv e Cecilia Del Re, assessora dell’attuale sindaco Dario Nardella, poi messa alla porta, chiedeva di fare, i dem hanno deciso di candidare Sara Funaro, attuale assessora al Welfare. La designata è sostenuta anche da Sinistra Italiana, Azione, +Europa, Verdi, Socialisti, Movimento Azione Laburista, Volt. Ma già un pezzo di Pd non la segue, dal momento che ha deciso di candidarsi, con una lista che si chiamerà Firenze Democratica (ogni riferimento ai democratici è ovviamente voluto), anche Del Re, l’ex assessora all’urbanistica, uscita dal partito proprio dopo la decisione dei dem di non far svolgere le primarie. In questa rottura, si è infilato Renzi. Dopo aver chiesto anche lui- invano- le primarie di coalizione, ha deciso di candidare Stefania Saccardi, attuale vicepresidente della Regione Toscana, in passato vicesindaca di Firenze e anche assessore al welfare. Infine, a sinistra del Pd, si presenta Dmitrij Palagi, attuale consigliere comunale per Sinistra progetto comune, sostenuto da Potere al Popolo, Rifondazione comunista – Sinistra Europea e Possibile.

 


Il ballottaggio è quasi una certezza matematica, visto il numero dei candidati. A quel punto, a fare la differenza sarà la terza arrivata, ossia, molto probabilmente, la candidata di Italia Viva, Saccardi, sempre che non arrivi seconda. Non a caso, nelle ultime settimane, più dirigenti del Nazareno, da Dario Franceschini alla stessa Schlein, hanno cercato Renzi per tentare un accordo. Ma i tempi per negoziare sono finiti. È appena iniziata, invece, la battaglia, che per Renzi, a questo punto, è campale. Fallita ogni trattativa nella scelta del candidato, ora condizionare la vittoria diventa una questione di principio. La battaglia numero uno. Perché è la sua città, perché è l’ultimo baluardo rosso, perché la sinistra non ha mai perso a Firenze.

 

NUOVO FRONTE L’altro caso dove Renzi può fare la differenza è Pescara. Anche qui si sceglie il sindaco il 9 giugno. Archiviato il campo larghissimo che si era realizzato per le regionali in Abruzzo (ma che era risultato sconfitto), Iv corre da sola con un ex deputato del Partito democratico, Gianluca Fusilli. Il Pd, invece, sostiene Carlo Costantini, ex Italia dei Valori, ora di Azione, appoggiato anche da M5S, AVS e alcune liste civiche. C’è poi un terzo candidato che insiste nel campo del centrosinistra: è Domenico Pettinari ex M5S, uscito dal Movimento proprio perché contrario all’accordo con il Pd. Dall’altra parte il centrodestra unito sostiene Carlo Masci, sindaco uscente di Forza Italia. Anche qui il candidato di Italia Viva potrebbe fare la differenza.

 

 

 

 

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