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25 Aprile, invitano gli esponenti di destra. E poi li fischiano

Andrea Valle
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Alla vigilia, da sinistra si ripete continuamente l’appello a partecipare «tutti insieme» agli eventi del 25 aprile. Poi, quando qualche politico di centrodestra si presente alle cerimonie istituzionali della festa della Liberazione, viene immancabilmente fischiato. È successo ieri al ministro della Giustizia Carlo Nordio, che a Treviso è stato accolto da fischi e ululati di disapprovazione durante il suo discorso in piazza. Il Guardasigilli aveva sottolineato come la richiesta di dirsi antifascisti fosse «una domanda retorica, perché avendo noi giurato fedeltà sulla Costituzione è ovvio che siamo antifascisti». Apriti cielo. Appena pronunciate queste parole, Nordio è stato interrotto dai fischi. Dopo un’occhiataccia ai contestatori, Nordio è andato avanti a pronunciare il suo discorso.

Fischi assordanti anche a Genova, quando ieri mattina hanno preso la parola il sindaco Marco Bucci e il governatore della Liguria Giovanni Toti . I rappresentanti istituzionali, a differenza di quanto successo in passato, non hanno risposto direttamente ai fischi.

Bucci, alzando il tono della voce e ottenendo in risposta l’aumento dell'intensità dei fischi, chiede «il rispetto e la libertà di tutti. Impariamo a rispettare il prossimo e onorare i morti e siamo certi che avremo un grande futuro per la nostra città». I fischi si trasformano solo per un attimo in applausi quando il sindaco ricorda la vandalizzazione a Buchenwald della foto del deportato genovese Bruno Salmoni, presente in piazza assieme alla partigiana Gianna, la 103enne Guglielma Bertini. I fischi riprendono quando interviene il governatore Giovanni TotI, ma anche in questo caso diventano applausi quando ricorda che «tante persone sono morte, alcune dalla parte giusta, alcune dalla parte sbagliata della storia».

 

 

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