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25 aprile, Rampelli contro la sinistra: "Meloni l'ha fatto, non capisco cosa vogliono"

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"Non capisco che cosa si voglia. La Presidente del Consiglio, per l’ennesima volta e non solo in occasione del 25 aprile, si è scagliata contro il fascismo": Fabio Rampelli, vice presidente della Camera ed esponente di Fratelli d’Italia, lo ha detto ai microfoni del programma L’Italia s’è desta su Radio Cusano Campus. Secondo lui, c'è sempre una parte politica pronta a strumentalizzare questa festa: "E’ la parola antifascismo che fa incagliare il meccanismo. E’ un termine complesso, ma io penso piuttosto che sia importante dire che chi fa politica e rappresenta le istituzioni rappresenta un partito, un movimento, una storia culturale diversa da quella della sinistra, dunque francamente non capisco questo accanimento su una parola in quanto tale".

“Nell’antifascismo militante – ha proseguito Rampelli - si sono consumati eccidi, si sono uccisi ragazzi innocenti. Ancora oggi le persone che causano violenze dentro le università o nei centri sociali si richiamano a questa parola identificante. Il problema però rimane sempre lo stesso: non si riesce mai ad arrivare a questa data con uno spirito comunitario, di condivisione. Perché si vuole tenere per sé questa festa e non condividerla con nessuno; non includere nessuno, non farla diventare la festa di tutti".

Secondo il vice presidente della Camera, è inutile soffermarsi su periodi storici da cui maggioranza e opposizione si sono già affrancate: "Sia la destra si è emancipata dal fascismo e dal neofascismo; sia la sinistra dal comunismo e dal neocomunismo". Infine ha sottolineato: "È dunque una fase positiva e dovremmo viverla in quanto tale perché è un fatto particolarmente rilevante e utile per il futuro dell’Italia questo strappo rispetto alle proprie radici”.

 

 

 

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