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Tagadà, Bersani rosica per "Giorgia" sulla scheda: "Io sono io e voi non siete..."

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Guarda come rosicano. Guarda come si agitano. Si torna alla frase pronunciata da Giorgia Meloni alla kermesse di Pescara, l'apertura della campagna elettorale di FdI in vista dalle Europee: "Scrivete Giorgia", questo il sunto di quanto detto dal premier. Ovvero, sulla scheda sarà sufficiente scrivere "Giorgia", appunto, per esprimere la preferenza.

Sulla vicenda è arrivato lo scontato ok del Viminale, ma come detto a sinistra si agitano, e parecchio. Prima articolesse e costituzionalisti che eccepivano sostenendo che "Giorgia non è un soprannome" e, dunque, scriverlo sulla scheda invaliderebbe la stessa. Poi, dopo aver compreso che la polemica era a dir poco sterile, i progressisti hanno scelto di puntare sulla presunta differenza tra loro e Meloni (con buona pace del fatto che Elly Schlein avrebbe voluto, parimenti, scrivere il suo nome nel simbolo del Pd).

Della vicenda se ne parla a Tagadà, il programma condotto da Tiziana Panella su La7, la puntata è quella di martedì 30 aprile. E ospite in studio, Pierluigi Bersani, tenta per l'appunto di marcare la presunta differenza tra loro e Giorgia. Il tutto, va detto, con risultati assai rivedibili.

 

"Come lei sa, Schlein non sarà nel simbolo ma capolista, in realtà solo in due circoscrizioni. Invece Giorgia Meloni sarà nel simbolo e ha detto chiamatemi Giorgia, perché resto una di voi, una alla quale potete sempre dare del tu. Cosa ci dice questa scelta comunicativa?", chiede Panella al presunto smacchiatore di giaguari.

"A me questa cosa di Giorgia sembra una scelta riduttiva - parte in quarta Bersani -. Suggerirei di scriverla per esteso: io sono Giorgia, io sono donna, io sono madre, io sono cristiana, io sono io e voi non siete... lì bisogna mettere i puntini", maramaldeggia Bersani, buttandola come al solito sullo scontro, sulla provocazione fine a se stessa. 

"Le abbiamo già viste queste cose, con Silvio Berlusconi - riprende -. È un modo non onesto di rivolgersi alla maturità dell'elettorato. Qui non c'è bisogno di confidenzialità, qui c'è bisogno di risultati sui problemi sociali fondamentali, che si chiamano sanità, fisco e lavoro. E scuola, se vogliamo", conclude Bersani con metaforico ditino alzato.

Tagadà, qui il video dell'intervento di Pier Luigi Bersani

 

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