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Vannacci, gli spostano l'incontro a Cremona: "Ecco la democrazia degli antifascisti"

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"Ecco la democrazia degli antifascisti". Il generale Roberto Vannacci, candidato della Lega alle Europee di giugno in tutte le circoscrizioni (e capolista al Centro e al Sud) commenta così con l'agenzia Agi la decisione di spostare la presentazione del suo secondo libro, Il coraggio vince. 

L'evento doveva tenersi venerdì in una sala di Cremona ma è stato spostato a Robecco d'Oglio, a circa 20 chilometri di distanza. Location decisamente più periferica e meno comoda, una decisione, secondo quanto si apprendere - presa per "questioni di sicurezza". Segno insomma che l'uomo scelto da Matteo Salvini per raccogliere i voti di chi è deluso dalla politica e vede nelle istituzioni (comprese quelle europee) il trionfo del politicamente corretto non solo continua a far discutere, ma pure un po' a spaventare.

 

 

 

Se non bastassero queste reazioni (che a parti invertite qualcuno, a sinistra, definirebbe tentativi di "bavaglio"), ecco arrivare le parole di Stefano Bonaccini, presidente del Pd e capolista sempre alle Europee per i dem nella circoscrizione Nord Est. Vannacci, spiega il governatore (uscente) dell'Emilia Romagna ospite di David Parenzo a L'aria che tira, su La7, "rappresenta l'idea di una destra estrema, radicale e sovranista che per la prima volta potrebbe governare l'Europa quando invece ha lavorato per decenni per distruggerla. Per questo le elezioni europee sono molto importanti". 

 

 

 

"Gli alleati di Meloni e Salvini - ha aggiunto - fanno parte di raggruppamenti che non hanno guidato l'Europa, che noi vogliamo cambiare e non distruggere". Quanto a Vannacci, ha fatto rilevare Bonaccini, "ha definito statista una persona, Mussolini. Definire statista chi ha guidato un regime assassino io penso che dovrebbe far provare vergogna a chi lo dice. Non solo: ha detto che bisogna separare dalle classi i disabili. Vannacci ha un'idea del mondo nel quale il colore della pelle, la religione che si professa, il paese di provenienza, la lingua che si parla o la disabilita' rappresentano un mondo da dividere o separare. Questo per me è aberrante".

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