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Crosetto contro Macron: "Soldati in Ucraina? Non comprendo la finalità delle sue parole"

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L'Italia non manderà i propri soldati in Ucraina, se non nel quadro di una missione Onu. Lo ribadisce il ministro della Difesa Guido Crosetto, in una intervista al Corriere della Sera, sottolineando però l'azzardo del presidente francese Emmanuel Macron.

"La nostra posizione non cambia: abbiamo sempre detto che l'Ucraina andava aiutata in ogni modo possibile, e lo stiamo facendo, ma abbiamo anche sempre escluso un intervento diretto nel conflitto dei nostri militari", spiega Crosetto. L'Italia dunque non parteciperà ad alcun eventuale intervento armato. "Assolutamente no! Questo oggi non può metterlo in dubbio nessuno. Perché a differenza di altri, noi abbiamo nel nostro ordinamento il divieto esplicito di interventi militari diretti, al di fuori di quanto previsto dalle leggi e dalla Costituzione. Possiamo prevedere interventi armati solo su mandato internazionale, ad esempio in attuazione di una risoluzione dell'Onu. Quello ipotizzato in Ucraina non solo non rientrerebbe in questo caso, ma innescherebbe una ulteriore spiralizzazione del conflitto che non gioverebbe soprattutto agli stessi ucraini. Insomma, non esistono le condizioni per un nostro coinvolgimento diretto". 

 

 

 

Quanto alle parole di Macron, che qualche giorno fa aveva al contrario avanzato l'ipotesi di invio di soldati in Ucraina qualora il muro di Kiev cedesse sotto la pressione della Russia, Crosetto è sibillino: "Non giudico un presidente di un paese amico come la Francia, ma non comprendo la finalità e l'utilità di queste dichiarazioni, che oggettivamente innalzano la tensione. Se davvero l'Ucraina cedesse? Dobbiamo evitare che ciò accada. Per questo fin dall'inizio abbiamo detto che l'Ucraina andava aiutata, perché se i russi arrivassero a Kiev, se conquistassero un paese sovrano, se dessimo per scontato - come alcuni sedicenti esperti e professori compiacenti verso la Russia, e mi chiedo come si faccia a esserlo gratis... - che si può invadere un altro paese solo perché si è più forti, sarebbe un disastro per tutti".

 

 

 

"Continueremo a fornire aiuti, come abbiamo fatto finora, finché sarà utile e finché potremo farlo - conclude il ministro -. Tutti i paesi possono fare qualcosa in più in termini di aiuti, ma soprattutto dobbiamo credere e insistere con la diplomazia. Bisogna tornare a forzare la mano all'Onu, a Putin, alla conferenza di Ginevra; anche il Vaticano può riprendere la sua mediazione. Non dobbiamo lasciare nulla di intentato per arrivare a una tregua: anche un solo giorno senza bombe è un risultato, perché poi possono diventare due, o tre, o quattro...". Sul fronte Medio Oriente, "noi siamo un Paese amico di Israele, ma siamo stati anche molto duri con loro - chiarisce Crosetto -. Lavoriamo a viso aperto per una tregua, perché non ci siano più morti innocenti. Allo stesso modo vorrei che tutta la mobilitazione che vedo a favore della Palestina ci fosse anche nei confronti dell'Ucraina". 

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