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Meloni, "come accade in democrazia vivaddio". La sfida alla sinistra dei ribaltoni

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"Faccio quello che considero giusto fare e quando gli italiani riterranno che sto sbagliando mi manderanno a casa, come accade in democrazia, vivaddio. Non sto qua a sopravvivere". Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervistata a Milano a Il giorno della Verità dal direttore Maurizio Belpietro. "Non ho mai pensato a fare un rimpasto di governo. È una delle tantissime ricostruzioni un po' forzate che leggo spesso. Anzi tra gli obiettivi che mi sono data c'è quello di arrivare a cinque anni con il governo che ho nominato, cosa che non è mai accaduta nella storia d'Italia". 

CONFRONTO CON SCHLEIN - "Il confronto mi piace, penso sia il sale della democrazia, in particolare in campagna elettorale. Mi fa molto sorridere il dibattito che sta generando l'aver dato disponibilità al confronto" con "denunce, lamentele... Io penso il confronto sia normale, particolarmente in una campagna elettorale come quella in cui siamo, in rapporto all'Unione europea, per raccontare agli italiani che ci sono due modelli: la proposta socialista e quella dei conservatori. Mettere a confronto ricette e visioni è un modo di aiutare cittadini nella scelta, è la cosa più naturale del mondo". "Mi aspetto di fare il confronto ma vedo molti movimenti contro questa iniziativa, vedo molta critica - aggiunge - ci sono cose che si stanno muovendo, magari con l'idea che questo confronto non si facesse. Penso che sarebbe un errore, è una cosa utile per tutti il fatto che non ci siano precedenti perché altri erano meno disponibili di me".

TENUTA DI GOVERNO - "Il problema" della tenuta della maggioranza "si pone più prima delle Europee che dopo, perché in una campagna con il proporzionale è normale che ogni partito voglia segnalare le sue specificità. Ma non ho motivo di credere che ci saranno fibrillazioni e spero che potranno crescere tutti i partiti della maggioranza, cosicché possiamo continuare il nostro lavoro sapendo di avere un mandato chiaro dai cittadini. Quando leggiamo le ricostruzioni sulle liti nel governo ridiamo e ci scherziamo su, e credo che la compattezza di una maggioranza si veda soprattutto dalla velocità con cui un governo lavora. Poi le sfumature diverse tra i partiti del centrodestra io le considero un valore aggiunto. E non sono preoccupata né durante la campagna elettorale, né dopo" per la tenuta del governo.

L'OBIETTIVO DELLE EUROPEE - Alle prossime elezioni europee "il mio obiettivo è confermare il consenso che avevo quando sono diventata premier. Per me sarebbe importante perché non credo che non moltissimi partiti di governo siano arrivati a un anno e mezzo di distanza con lo stesso consenso". Eguagliare il risultato messo a segno alle politiche del 2022 "lo considererei importante particolarmente perché abbiamo dovuto fare scelte difficili e coraggiose. Vorrebbe dire che anche quando sei costretto a fare delle scelte difficili se sono scelte fatte con giustizia e buonsenso i cittadini capiscono le decisioni. Non sto al governo per me stessa, faccio questa vita solo se so che va bene per i cittadini italiani, lo faccio per loro non per vanità. Non mi appassiona questa vita".

PREMIERATO NEL 2028? "Si sta cercando di personalizzare lo scontro sulle riforme". Quella del premierato "è necessaria, è la madre di tutte le riforme. Spero che si creino convergenze altrimenti dovrò chiedere ai cittadini cosa ne pensino. Non è un referendum su di me, sul presente. Questa riforma entrerebbe nella prossima legislatura. La riforma entrerebbe in vigore nel 2028, non riguarda neanche il presidente Mattarella".

RIFORME E CONVERGENZE - Sul premierato "spero si possano costruire delle convergenze, se non dovessero arrivare, comunque credo sia riforma necessaria. Nelle ultime due legislature "ci sono stati capi di governo non votati con programmi non letti da nessuno", ha ricordato la Premier che ha continuato sull'elezione diretta del Presidente del Consiglio che "rimette le decisioni nelle mani dei cittadini". "Quando i cittadini ti hanno messo dove sei tu rispondi a loro", ha aggiunto. E ancora sui governi nella storia d'Italia "sono durati mediamente meno di un anno e mezzo", quando "il tuo orizzonte è troppo breve non si possono avere strategie su niente", in questo Paese le scelte "cambiano ogni volta che cambia il governo, se si restituisce alla politica il tempo può cambiare tutto".

COMMISSIONE COVID - Il tema che non ha funzionato durante il Covid è che "la scienza non è religione, alcune evidenze erano molto deboli e chi chiedeva spiegazioni, come la sottoscritta, veniva additato come No-Vax. La commissione non è ancora nata perché i partiti dell'opposizione si rifiutano di nominare i loro esponenti. Confido che alla fine partirà e potrà serenamente chiarire cosa non ha funzionato". 

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