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Una pioggia di fuoco contro il buon senso

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La sinistra dice che Giorgia Meloni è: populista, sovranista, fascista, alleata della «feccia nera», pronta a dare il benvenuto a un «assassino» come Chico Forti. Cito solo le ricorrenti e ultime definizioni che la rotativa progressista sforna ogni giorno. Si catapultano giudizi e accuse, una pioggia di fuoco che non risparmia nessuno nel centrodestra e punta l’indice sull’Italia moderata, il ceto medio, la proprietà e il capitale. Quest’opera è condotta da chi dice che spaccare la testa a «un fascista» (che nella versione anti -fascista diventa chiunque non la pensa come loro) è cosa buona e giusta, che impedire la libertà di riunione e cancellare la parola degli ebrei e di chi sostiene il diritto di Israele a esistere è espressione di «dissenso» e non un atto di violenza verbale e fisica, che urlare in piazza «Palestina libera dal fiume al mare» e minacciare l’Intifada nelle università è un nobile obiettivo politico e non la prova dell’antisemitismo di cui il regime dell’Iran è il simbolo e Raisi era la mano con la spada.(...)

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