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Lega, le dieci mosse di Salvini per cambiare l'Unione Europea

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Fabio Rubini
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Diciotto pagine, dieci capitoli e altrettanti “titoli” per spiegare per bene agli elettori quali sono le priorità della Lega per l’Europa del futuro. Il programma del Carroccio parte da un concetto: l’Autonomia degli Stati membri rispetto all’Unione. Per questo Salvini e i suoi auspicano «una Unione che abbandoni la pericolosa utopia del super-stato e investa anche sulla cooperazione degli Stati membri, riconoscendo e valorizzando le autonomie territoriali, e riacquistano don loro un dialogo diretto nella gestione degli affari europei». Subito dopo il programma dice anche come la Lega intende farlo: «Vogliamo un’Unione europea che rimetta al centro il cittadino e il territorio; il coinvolgimento del Comitato delle Regioni dovrebbe essere obbligatorio già nella fase delle consultazioni per le valutazioni di impatto relative alle nuove proposte legislative della Commissione europea».

Arrivati qui ecco i dieci punti fondanti della proposta leghista. Uno: «Più Italia, meno Europa», che poi è anche lo slogan, il claim, di tutta la campagna elettorale. Due: «La tutela delle libertà e la difesa dei nostri valori», ovvero «la storica battaglia della Lega per un’Europa che riconosce i suoi valori e riaffermi l’importanza delle sue radici giudaico-cristiane». Tre: «Superare il green deal, il ritorno del buonsenso». E questo è un punto stra conosciuto con le battaglie contro le case green e l’elettrico a tutti i costi. Una battaglia che parte da un dato: «Nel 2022 l’Ue ha contribuito solamente a meno del 7% delle emissioni globali, contro il 30% della Cina e l’11% degli Stati Uniti». Per questo, scrive il Carroccio «risulta urgente affrontare le politiche climatiche con maggior pragmatismo per evitare di de-industrializzare l’Ue senza apportare alcun beneficio all’ambiente a livello globale e, allo stesso tempo, creare nuove dipendenze estere e vulnerabilità critiche nel futuro. Quattro: «Fine delle politiche di austerità: aumento del potere d’acquistoe piena occupazione». In questo caso la Lega chiede all’Europa «un’armonizzazione minima in materia fiscale, in moda da evitare fenomeni di dumping fiscale tra Stati membri ad esclusivo vantaggio delle grandi multinazionali».

 

 

Cinque: «Neutralità tecnologica come fattore di autonomia strategica». Anche questa è una grande battaglia della Lega, che si concretizza con il “no” all’auto solo elettrica, ma che si concretizza con «una re-industrializzazione autentica che sfrutti tutte le tecnologie disponibili», come ad esempio i bio carburanti. Di questo capitolo fa parte anche la richiesta di investire sul nucleare «nella ricerca sui piccoli reattori modulari e sull’energia da fusione per un mix energetico diversificato». Il tutto, ovviamente garantendo anche le risorse per la varie fondi di energia rinnovabili.Sei: «Tutela delle filiere produttive italiane», da attuare attraverso una revisione delle direttive europee e tramite l’incentivazione della «ricerca e sviluppo»

Sette: «A difesa del nostro patrimonio immobiliare e del settore delle auto». Un punto questo che in parte richiama quello del green, ma che entra più nello specifico: «Vogliamo cancellare la direttiva “case green”» perché «non possiamo sacrificare il nostro patrimonio immobiliare sull’altare dell’efficienza energetica». Idem perla questione automobile, con una politica che garantisca «a tutti i cittadini il loro sacrosanto diritto di possedere veicoli privati a prezzi sostenibili». Per questo la Lega vuole eliminare la messa al bando del motore endotermico inserire nel regolamento sulle emissioni i biocarburanti.

 

Otto: «L’agricoltura che torna ad essere fattore di sviluppo». Come? Vanno cancellati «gli obiettivi irrealistici che sono stati assegnati dalle norme del Green Deal». Poi si dovrà chiudere la partita «dell’etichettatura di origine obbligatoria per i prodotti alimentari, per dare valore al lavoro delle nostre aziende e per informare correttamente i consumatori». In questo capitolo c’è anche il sostegno al settore della Pesca per evitare «la prospettiva di una tassa europea sul carburante per gli operatori». Nove: «Un’Europa che difenda i propri confini», ovvero la politica sull’immigrazione che si dovrà fondare sulla cooperazione con gli Stati di partenza dei migranti, la creazione di centri di identificazione dei migranti nei Paesi di transito e sanzioni forti ai trafficanti di essere umani. Dieci: «Per un’Europa costruttrice di pace, benessere e sicurezza», ovvero un “no”deciso alla «costituzione di un esercito europeo», pur «rimando impegnati a sostenere il diritto di autodifesa dell’Ucraina», così come la Lega si dice favorevole «agli investimenti coordinati in tecnologie di difesa da parte degli Stati membri».

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