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La sinistra offre i voti a Forza Italia per lo Ius Scholae

Antonio Tajani

Elisa Calessi
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L’apertura di Forza Italia sullo Ius scholae ha smosso le acque. Il frutto potrebbe essere un’intesa trasversale in Parlamento, una delle poche della legislatura, per cambiare la legge sulla cittadinanza, concedendola a chi ha concluso il ciclo dell’obbligo (10 anni di scuola). Politicamente, una novità non da poco: rispetto ai precedenti (guerra in Ucraina e violenza contro le donne), sarebbe un’intesa che riguarda, all’interno della maggioranza, la sola Forza Italia. Uno scenario che alimenta i gossip su una possibile rottura dentro la maggioranza, con il partito azzurro che si stacca dal centrodestra per sostenere una maggioranza diversa. Ma, appunto, sono gossip, smentiti seccamente da Forza Italia.


La realtà è l’apertura dei moderati del centrodestra su un cambiamento della legislazione sulla cittadinanza. Dopo varie voci del partito, ieri a ribadirlo con forza è stato Antonio Tajani, leader del partito, in una intervista al quotidiano Repubblica che ha suggellato la mossa. «Nessun accordo sottobanco con il Partito democratico», ha premesso, aggiungendo di non aver «sentito Schlein». Nessun «inciucio», né «accordo sottobanco con il Pd. È solo quello che pensiamo, da sempre. «È quello di cui ha bisogno il nostro Paese».
Perché «un buon italiano è chi crede nell’Italia, la conosce, la difende. Quanti militari figli di stranieri ci sono nel nostro esercito? E poi gli atleti, le scuole in cui vanno i nostri figli. Il mondo cambia e continua a cambiare, svegliamoci».


LA PROPOSTA
Una posizione che subito è stata raccolta dalle forze di opposizioni. Il primo a tendere la mano è stato il M5S: «Lo Ius Scholae è la proposta attorno alla quale si può costruire una maggioranza in Parlamento ed è da sempre ritenuta dal M5S la soluzione più sensata per garantire i diritti di cittadinanza alle seconde generazioni degli immigrati», ha detto Stefano Patuanelli, capogruppo del M5S in Senato. «È logico quindi che da parte nostra si debba dialogare con tutte le forze politiche che su questo tema così delicato e importante hanno posizioni comuni, compresa Forza Italia». Subito dopo è intervenuto Angelo Bonelli, deputato di Avs e portavoce nazionale di Europa Verde: «L’apertura di Antonio Tajani sul tema dello Ius Scholae», ha commentato Bonelli, «è un segnale importante, che riconosce la necessità di aggiornare la nostra legislazione in modo da riflettere l'evoluzione sociale e culturale del nostro Paese. Lo Ius Scholae non è solo una questione tecnica, ma un atto di giustizia sociale e di avanzamento culturale che l’Italia non può più permettersi di rimandare. Forza Italia e Tajani collaborino con le opposizioni per costruire una maggioranza trasversale in Parlamento che porti avanti questa riforma fondamentale». A ruota, è intervenuto anche il Pd, anche se più scetticismo. «Se non è una boutade agostana e fanno sul serio, vediamo in Parlamento e confrontiamoci», sono state le parole di Alessandro Alfieri, responsabile riforme del Partito Democratico. «Vogliamo però vedere se fanno sul serio perché ad esempio sull’autonomia differenziata, nonostante le critiche dei governatori di Forza Italia del Sud, quando c'è stato da votare la richiesta di referendum insieme alle altre regioni di Centrosinistra si sono tirati indietro», ha aggiunto. Detto questo, «se Forza Italia viene in Aula con una loro proposta che punta all’avanzamento dei diritti, il Pd è pronto al confronto». Freddezza, invece, dalla maggioranza. «Non è una priorità, non è nell’agenda di governo. Legge che funziona non si cambia», ha messo in chiaro il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini dal Meeting di Rimini e ha ricordato che «l’Italia è il paese europeo che concede più cittadinanze di tutti. Concediamo più cittadinanze a cittadini stranieri rispetto alla Francia, alla Spagna, alla Germania”. Dialogare con l’opposizione? «Noi dialogheremmo se la legge non funzionasse», ha risposto Salvini. «Ma visto che funziona, non c’è motivo». Silenzio eloquente da Fratelli d’Italia, contraria quanto la Lega.

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