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Di Maio, "stracciare tutto". M5s, un clamoroso ritorno? "Come finirà tra Conte e Grillo"

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Torna alla politica italiana, Luigi Di Maio, e al suo vecchio partito, il Movimento 5 Stelle. L'ex ministro degli Esteri grillino, fuoriuscito dal Movimento dopo la crisi del governo Draghi (e una disastrosa candidatura con l'appoggio del Pd alle elezioni politiche successive) commenta in una intervista al Corriere della Sera la guerra intestina tra il fondatore Beppe Grillo e l'attuale leader politico pentastellato Giuseppe Conte, mandando un consiglio all'"Elevato".

"Grillo dovrebbe stracciare i contratti che ha firmato con il Movimento: è l’unica strada che ha per non essere più subalterno politicamente a Conte e per avere chance di vincere la sfida". "Grillo - sottolinea Di Maio - ha sbagliato strategia: doveva sostenere Virginia Raggi e non schierarsi in prima persona nel duello". L’ex sindaca di Roma, prosegue l'ex vicepremier, "ha un seguito numeroso tra militanti e attivisti e avrebbe smosso gli equilibri interni: avrebbe spostato il focus da una battaglia legale a una politica, dopo il risultato delle Europee (in cui i Cinque Stelle hanno toccato con il 9,99% il loro minimo storico, ndr)".

 

 

 

In un altro colloquio con Repubblica, Di Maio sostiene che adesso "la questione non è politica, ma è tutta legata allo Statuto perché sia Conte sia Grillo la pensano allo stesso, per esempio, sull’alleanza con il Pd". "Sono d’accordissimo sul cambio del simbolo e sull’abolizione del limite dei due mandati, forse accade tardi perché intanto si è depauperata una classe dirigente. L’abolizione del vincolo dei due mandati sarebbe una via per una maggiore pluralità interna e tornerebbero molte persone che hanno lavorato bene", afferma.

 

 

 

Davanti agli occhi appare però solo uno "scontro di potere, scatenato perché questa forza politica non ha organi congressuali veri. Quindi gli scontri interni si svolgono negli studi legali e tra studi legali". Ed è per questo che Di Maio prevede uno "stillicidio quotidiano che farà perdere voti al Movimento".

 

 

 

Finirà male, però, in qualsiasi caso. Perché se Conte e Grillo dovessero separare le loro strade "dimezzeranno i consensi. Hanno più voti insieme che da soli e in ogni caso il saldo sarà negativo". È Grillo, conclude Di Maio, che "ha elevato Conte al suo stesso livello quando gli ha dato in mano tutto il potere. E adesso è avvilente vedere la scena nella quale Conte scrive a Grillo: 'Se non fai il bravo ti tolgo la paghetta'". 

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