"Il fatto che Cafiero De Raho abbia solo pensato di chiedere le carte di Russo, il magistrato che lancia delle accuse contro di lui davanti a Cantone, dimostra come la sua presenza in Antimafia è una vergogna. Se ne deve andare subito". È un Maurizio Gasparri sul piede di guerra quello che ha rilasciato un'intervista al Tempo per attaccare l'ex pm, oggi deputato del Movimento Cinque Stelle e vicepresidente sia della Commissione Giustizia che della Commissione Antimafia.
Il capogruppo di Forza Italia al Senato non ha dubbi: c'è una chiara questione di incompatibilità. "È palese, così come lo era per Scarpinato quando chiedeva di leggere gli atti relativi al processo mafia e appalti - ha sottolineato Gasparri -. Dovremmo chiederci perché questi signori sono in questa particolare Commissione. Per vedere gli atti che li riguardano? È legittimo chiedersi quale sia stata la ragione della loro candidatura. Spero non lo abbiano fatto per autodifesa. Altrimenti si va oltre ogni norma e regola. Siamo di fronte a una situazione eversiva. Chissà se il presidente della Repubblica se ne è accorto".
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Chi ha conflitti di interessi con le vicende che passano sotto la lente della commissione parlamentare Antimafia deve as..."Questi magistrati sono in Antimafia solo per vedere le carte che li riguardano e non per i misteri d’Italia - ha poi proseguito -. Il loro interesse sono le intercettazioni, le testimonianze di Russo su De Raho. Il problema è che tutto ciò lo avesse fatto un normale cittadino sarebbe stato preso per l’orecchio e buttato dalla finestra. Qui - ha concluso - non si fa nulla. È sconcertante".
Secondo Gasparri, la vicenda che vede coinvolto De Raho è "la dimostrazione dell'uso politico della giustizia o meglio dell'uso ingiusto della politica, portato alle estreme conseguenze".