Roberto Gualtieri, siamo alla farsa dopo il "no" a Tony Effe: chi spunta per il Concertone

martedì 24 dicembre 2024
Roberto Gualtieri

Roberto Gualtieri

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Una domenica decisamente stonata per il Comune di Roma e per il primo cittadino Roberto Gualtieri, quella di ieri. L’epilogo fallimentare del concerto di Capodanno che ha riempito le cronache capitoline, e non, in questi giorni è ormai una grottesca realtà: al Circo Massimo non ci sarà alcuno show musicale. Dopo l’allontanamento di Tony Effe e i conseguenti forfait di Mahmood e Mara Sattei in segno di solidarietà con il collega, la triste fine dell’evento è andata in scena segnando l’ennesima figuraccia da parte del Campidoglio.

Gualtieri è andato incontro a un disastro mediatico e anche politico notevole, un autogol clamoroso presso l’opinione pubblica e i ragazzi che amano un certo tipo di musica e che, nei desideri del Pd, dovrebbero rappresentare un possibile serbatoio di voti.  Tony Effe, che ieri ha incontrato i propri fan alla Discoteca Laziale e ha avuto da questa vicenda un ritorno di immagine notevole in vista del Festival di Sanremo nel quale è uno dei 30 big in gara, era stato allontanato dalla serata al Circo Massimo per via dei suoi testi ritenuti da Gualtieri sessisti e violenti, una censura assurda che ha convinto Mahmood e Mara Sattei a fare marameo al numero uno del Campidoglio, rimasto con il cerino in mano. PerTony Effe, come noto, è stato organizzato in pochi giorni uno show alternativo al PalaEur e che sta andando verso un clamoroso sold-out mentre ieri pomeriggio, nelle stanze di un Comune di Roma in completa confusione, si è cercato di trovare un’alternativa, di mettere un cerotto alla figuraccia.

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«La vicenda sta diventando grottesca» aveva dichiarato Forza Italia. «All’assessore Onorato resta soltanto di chiedere a Gualtieri di imbracciare la chitarra» aveva, a sua volta, chiosato FdI. Nulla di più evidente sul piano dell’immagine del Pd, tanto che Elly Schlein ha taciuto in pubblico sull’accaduto, scottata dagli avvenimenti ma sicuramente inviperita. La Gualtieri-band ha pensato quindi di far rinascere l’evento previsto al Circo Massimo in Piazza del Popolo. Senza, ovviamente, il rap e il trap di Tony Effe e le melodie di Mahmood e Mara Sattei, bensì con un cast improvvisato: sono stati interpellati in fretta e furia la Pfm, l’Orchestraccia e gli Earth Wind and Fire. E qui casca il Gualtieri: degli originari EWF, ovvero della band nata a Chicago nel 1969 e trionfatrice negli anni ’70-’80 quando vendette 90 milioni di dischi e vinse 5 Grammy Awards, resta ben poco se non nulla: Maurice White, il leader storico, è deceduto tempo fa, così come l’altro pilastro Wade Flemons. E nessuno degli storici big che realizzarono hit del libro di Shining Star, September, Serpentine Fire, After the Love Has Gone, Sing a Song e una cover dei Beatles, Got to Get You Into My Life, saranno a Roma.

La band, nei decenni, è stata completamente rivoluzionata e rivoltata come un calzino, solo che nel corso degli anni dal... cachemire si è passati a un tessuto musicale decisamente più economico e dei vecchi EWF è rimasto solo il ricordo. L’ultimo ad andarsene è stato un anno fa il chitarrista, Sheldon Reynolds, e coloro che si fregiano oggi del prestigioso nome di una delle band di disco-music più apprezzate negli anni d’oro non sono all’altezza della fama di un tempo. In pratica resta solamente il marchio EWF e quello che si presenterà al “concerto-fuffa” in Piazza del Popolo è soltanto un gruppo tarocco, come certe Lacoste con il coccodrillo simile a un lucertolone appiccicato sulle magliette vendute dai vu cumprà.

Per dirla tutta, anche la Pfm convocata per il raccogliticcio show in Piazza del Popolo non è quella originaria: della formazione storica i vari Mussida, Premoli e Mauro Pagani hanno intrapreso da tempo altre strade e i soli Franz Di Cioccio e Patrick Djivas resistono. Della Orchestraccia (nel nome il destino?) non si conoscono dettagli su chi c’era e chi c’è. Non c’è niente da fare: la “gualtiarata” del concerto flop al Circo Massimo, laddove a Capodanno ci saranno soltanto gatti infreddoliti e spaventati per i botti, è come un cesto pieno di ciliegie: una figuraccia tira l’altra.

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