
Pd, Prodi contro Schlein dopo il voto sul riarmo: "Non c'è contrasto tra amare la pace e preparare la difesa"

Per Elly Schlein piove sul bagnato. Opponendosi al piano Rearm Europe di Ursula Von der Leyen avrà pure guadagnato la "stima", chiamiamola così, di Giuseppe Conte, ma in compenso sta perdendo pezzi importanti di Pd. Le frange più moderate ed europeiste, con Romano Prodi in testa. E proprio il fondatore dei democratici, a margine di uno intervento a Firenze per l'incontro "Presente e futuro dell'Europa", ha di fatto scomunicato la segretaria.
"Non c'è un contrasto fra amare la pace e preparare minimamente una difesa nel mondo di oggi, soprattutto dopo quello che è successo, ma lo pensavo anche prima veramente. È il problema di avere un esercito, una difesa efficiente. Una struttura di difesa efficiente" è "essenziale per la formazione di una unità". Una lezione di pragmatismo e realpolitik impartita a una leader "gruppettara".
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"Io non sono certo un guerrafondaio - sottolinea il due volte ex premier, stavolta in una intervista a La Stampa -, ma ogni Paese, per chiamarsi Paese, ha il suo esercito. Ce l'ha persino la Svizzera. La decisione presa dai 26 Paesi è il primo passo, certo non ancora sufficiente, ma nella giusta direzione: verso l'esercito europeo. Il problema ora è fare il secondo, il terzo, e il quarto passo".
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Alla domanda se, alla luce della reazione in poche settimane di Parigi, Berlino e Londra, si possa parlare di un avvio di protagonismo europeo, Prodi ha risposto: "Intendiamoci: non c'è un protagonismo europeo, c'è una novità europea ed è una grandissima novità! A cominciare dalle elezioni tedesche. A caldo si ripeteva: è il trionfo della destra. Ma non è affatto vero. Si è subito formata una coalizione omogenea che ha già preso le due decisioni che possono portare a un cambiamento totale della politica europea: l'apporto quantitativo dei tedeschi al bilancio militare europeo e la proposta della fine del tabù del bilancio in pareggio".
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